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Veronesi: "'Il Colibrì' opzionato per un film, vera anomalia è La nave di Teseo''

Lo scrittore: "Meglio lasciar perdere l’autore e parlare del libro"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
03 luglio 2020 | 20.31
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di Carlo Roma

Una vittoria che premia il libro e non l’autore. Parola di Sandro Veronesi che ha firmato ‘Il Colibri’, (La nave di Teseo), il libro che ieri ha vinto lo Strega, consegnando alla casa editrice di Elisabetta Sgarbi, nata meno di cinque anni fa, la sua prima affermazione nel maggiore riconoscimento letterario italiano. Veronesi è il secondo scrittore che fa il bis allo Strega, dopo la prima vittoria del 2006 con ‘Caos Calmo’ (Bompiani), impresa riuscita soltanto a Paolo Volponi che lo ha ottenuto due volte, nel 1965, con 'La macchina mondiale' e nel 1991, con 'La strada per Roma'. Ma Veronesi vive con “imbarazzo” questo traguardo al quale afferma di non dare particolare peso.

“Io sono convinto - spiega infatti conversando con l’AdnKronos - che, anche per quanto riguarda Volponi e a maggiore ragione per me, è meglio lasciare perdere l’autore e parlare del libro. Questa è la ragion d’essere del premio Strega e del fatto che io abbia partecipato: io non sono andato, certo, a cercare una gloria personale perché, per quanto mi riguarda, credo di aver avuto di più di quanto mi meritassi come scrittore. Però qui c’era un libro ed era abbastanza importante che vivesse il più possibile. E questo è un modo di vivere”. Il libro potrebbe godere anche di ‘una nuova esistenza’ dal momento che, racconta Veronesi, “una produzione ha preso l’opzione per farne un film. Il che non significa – precisa - aver preso i diritti ma aver preso tempo per cercare di produrre un progetto che possa poi diventare un film. Io sto aspettando cosa verrà prodotto con questo lavoro che, però, può fallire”.

Se c’è una prima volta, è quella della casa editrice La nave di Teseo, arrivata al suo primo gradino del podio allo Strega dopo pochi anni di vita. “La vera grande anomalia è questa vittoria e non lo Strega dato a me. Questo è un editore che l’anno scorso era piccolo, poi quest’anno i numeri del fatturato sono usciti dal criterio per cui si viene considerati piccoli”. La nave di Teseo è cresciuta ma “rimane un editore indipendente, nato quattro anni e mezzo fa per un gesto di immensa generosità di Umberto Eco che sapeva già che sarebbe morto e che non avrebbe visto il frutto dei suoi sforzi. Nell’impresa ci mise bei soldi. Elisabetta Sgarbi, d'altra parte, è una delle editrici più importanti d’Europa”.

Veronesi sottolinea che, per descrivere il protagonista del libro Marco Carrera, “bisognerebbe parlare di resilienza, un’attitudine che è sempre stata associata ai materiali per la costruzione. Marco Carrera affronta lutti emotivi e perdite. La sua è una vita normale visto che non è una persona particolarmente ricca né una che fatichi ad arrivare alla fine del mese. Però, all’interno del suo nucleo familiare, gli succedono cose dal respiro e dal dolore molto gravi”.

Questioni difficili che lo costringono a “reagire: si scopre di essere resiliente, di farsi diverso, mantenendo le proprie caratteristiche anche di fronte ad urti pazzeschi, sofferenze e dolori. In questo è un discendente diretto di Giobbe. Carrera è rimasto in piedi e in un certo senso utilizzabile. Alle volte uno resiste, si sacrifica e perde la propria funzione. La resilienza mantiene invece attiva la funzione o la modifica. La persona assorbe l’urto ma la conserva. Ed è quello che ci vorrebbe per l’Italia anche se è più facile a dirsi che a farsi anche solo a livello personale”.

Quanto invece all’esperienza di un premio Strega limitato dall’emergenza sanitaria, Veronesi mette l’accento sul fatto che, rispetto alla sua prima partecipazione del 2006, “anche se in forma diversa, e con un mini giro d’Italia, è stata un’esperienza molto interessante. La prima volta c’era soltanto una presentazione a Benevento e una a Bologna. Qui, invece, anche soltanto cinque date hanno rappresentato una novità. Stare a stretto contatto con i tuoi avversari, che altro non sono che tuoi colleghi e fratelli, consente di sdrammatizzare molto. Questa è stata un’edizione priva di polemiche. La formula è un po’ stancante ma arricchisce. La serata di ieri è stata molto meno drammatica e nevrotica”, conclude Veronesi.

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