Un imprenditore caduto in mano agli usurai, che, invece di affogare nella disperazione e distruggere una famiglia, sceglie di denunciare e trasformare l'accaduto in una lezione di vita. E' la storia di Giuliano Bazzucchi, raccontata in 'Sotto strozzo', libro edito da Solferino e scritto a quattro mani dal figlio dell'imprenditore, Mauro Bazzucchi, e dall’avvocato Luigi Ciatti, coprotagonista del caso sin dagli esordi. Insieme ricostruiscono le dinamiche familiari, i drammi emotivi ma anche la soluzione di uno dei primi casi di usura contrastati con nuovi strumenti legislativi e con l’aiuto dell’Associazione Ambulatorio Antiusura, tuttora attiva ed efficace.
"Papà lavora, lo vedo alzarsi tutte le mattine per andare al cantiere, a casa arrivano telefonate di clienti, architetti, colleghi. Sono giovane ma sveglio; se ci fosse stato qualcosa sotto di grosso lo avrei capito". Sono i pensieri di Mauro Bazzucchi, appena ventenne, dopo che gli è stata strappata la spensieratezza di quegli anni con una semplice telefonata da parte della cugina Sabrina. "Tuo papà vuole farla finita -gli dice- è pieno di debiti ed è in mano agli usurai, vediamoci quando puoi così ti racconto tutto". Mauro con la mente ripercorre i giorni passati, non trovando nulla; un segnale, un accenno, che, anche se giovane e con poca esperienza, poteva fargli capire che qualcosa non andava. Il papà di Mauro era un piccolo imprenditore nella Roma di metà degli anni Novanta che, suo malgrado, per non dichiarare fallimento, era caduto vittima di un gruppo di usurai del suo quartiere che pian piano lo aveva portato alla disperazione più totale, tanto da avere la tentazione di cercare sollievo nella morte. Ma Giuliano non era solo, non lo è mai stato. Oltre alla sua famiglia, verrà affiancato da Tano Grasso, fondatore della prima Associazione antiracket A.c.i.o. (Associazione Commercianti ed Imprenditori Orlandini), e dall'Ambulatorio Antiusura. Il percorso di recupero morale e materiale comincerà proprio con la denuncia degli aguzzini, nonostante attorno a lui ci fosse la periferia popolare della Capitale e gli "amici" di quartiere, dove passare dalla parte delle legge veniva visto come atto ostile alla comunità.
"La storia di Giuliano è una storia personale, famigliare - racconta nella prefazione Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio - di quelle che si leggono in punta di pagina avendo quasi l'impressione di violare l'intimità altrui". Secondo Sangalli questa però, rispetto alle storie di usura che irrompono a tratti nella cronaca locale, è diversa. "E non solo perché è una storia a lieto fine di un riscatto personale. E' diversa soprattutto perché non è una storia di solitudine, quella sensazione terribile che accompagna quasi sempre nel silenzio assordante le vittime di usura". Tano Grasso, oggi presidente onorario della Fai (Federazione delle Associazioni Antiracket), e colui che un tempo affiancò Giuliano con la sua associazione, nella postfazione scrive: "Tutto è buio, né luce né speranza, nessuna via d'uscita. E' questa la condizione di una vittima d'usura. E' possibile aprire uno spiraglio nel buio? La nascita dell'Ambulatorio Antiusura è il tentativo di offrire una risposta. La molla decisiva non può che essere la solidarietà".