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Tele 'dipinte' da un pallone, le opere di Marco Adamo a Viareggio

'Palla al centro' la personale dell'artista che non usa il pennello ma una palla per realizzare i suoi quadri, fino al 15 settembre alla Galleria d’arte moderna e contemporanea 'Lorenzo Viani'

Tele 'dipinte' da un pallone, le opere di Marco Adamo a Viareggio
29 giugno 2024 | 13.49
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Se nel gioco del calcio l’obiettivo è quello di mandare la palla in porta, nell’arte di Marco Adamo l’obiettivo è quello di mandare la palla sulle tele. Sporca di colore, però, non di fango. Il messaggio - lo dice lui stesso - è chiaro: ogni pallonata è un tentativo per abbattere l’odio, la corruzione e la violenza, è una partita giocata per colorare un mondo diverso, un mondo migliore. Per fare questo, Marco Adamo sceglie il pallone, non un pennello, lo usa con i piedi, non con le mani. Tira calci e incontra tele, non reti. E sulle tele lascia le impronte. Le opere dell'artista esposte, fino al 15 settembre, in una mostra personale dal titolo 'Palla al centro', al Museo Galleria d’arte moderna e contemporanea (Gamc) 'Lorenzo Viani' di Viareggio.

L'esposizione presso il Gamc, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura di Viareggio, raccoglie le opere dell'action painter del pallone Marco Adamo che, a forza di pentagoni ed esagoni stampati sulla superficie, gli stessi che disegnano la caratteristica palla da calcio, crea un tessuto di stencil che disegnano astratti di colore o forme 'impressioniste' che si intravedono a colpo d’occhio. Come uno sciame di api che costruisce gli esagoni dell’alveare, Marco Adamo cuce e tinge insieme. Il pallone è il coautore di un’arte che, tiro dopo tiro, forma un concetto chiaro e inconfondibile. Si diverte e scarica la tensione, facendo esplodere l’energia espressiva con il suo fedele compagno-palla, esecutore di traiettorie ben studiate. Le pallonate di colore si sovrappongono e si sostituiscono alla pennellata con un simbolico 'io c’ero' che ricorda le pitture rupestri con stencil e impronte di mani di uomini primitivi.

Dalla 'manata' alla pallonata il passo è breve. L'artista, classe 1990, nato a Gallipoli, vive e lavora a Roma, approda dunque su un campo di calcio immaginario e scende a giocare la partita di un cambiamento, prendendo a calci l’odio e il razzismo che non gli piacciono e sostituendoli con la policromia dei suoi elaborati. La metafora non lascia dubbi e lo sport calcistico, il più comune e il più seguito del pianeta, offre le sue 'porte' dentro le quali tirare pallonate di significati e dipingere le reti di creatività e di colori 'schiaccianti'. Inizio del gioco…palla al centro! Inoltre una scultura monumentale di circa tre metri a forma di cuore e costituita da 42 palloni colorati eseguiti in bronzo sarà collocata, per tutta la durata della mostra estiva nella parte terminale dello spiazzo del molo di Viareggio.

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