"Diventa così ancora più centrale la capacità della casa editrice di costruire un suo progetto editoriale"
“Il digitale ha cambiato tutti i paradigmi che governavano la casa editrice, nella comunicazione, nei processi produttivi (oggi gli editori non stampano più 1000 copie per volta ), l'ha cambiato nel far sapere all'editore quante copie sono state vendute, l'ha cambiato nelle competenze professionali richieste dalla casa editrice. Nei social in questi anni c'è stata profonda trasformazione delle dinamiche che governano il mondo della comunicazione, da Facebook a Instagram a TikTok. Questa trasformazione tocca diverse fasce di pubblico. Diventa così ancora più centrale la capacità della casa editrice di costruire un suo progetto editoriale – e quindi individuare generi, selezionare autori e titoli – capace di «durare nel tempo», di dare un’immagine definita e riconoscibile al marchio rendendolo distinguibile dai lettori e nei canali di vendita. E soprattutto di dotarsi di strumenti, competenze e professionalità in grado di operare in questo nuovo ecosistema. Un tema che fa parte della convegnistica e della formazione professionale di AIE ormai dal 2000” ha detto Giovanni Peresson, direttore Ufficio studi dell’Associazione italiana editori, nella prima giornata della fiera “Più libri più liberi” presso il centro congressi La Nuvola di Roma in occasione della presentazione di NetRetail Books, uno studio sulle abitudini di lettura e gli acquisti digitali di libri degli italiani, realizzato da Netcomm con il supporto di Amazon.
Continua Peresson “Le abitudini degli italiani sono cambiate. Oggi ci sono molti più lettori. Negli anni '80 il 30% della popolazione dichiarava di aver letto almeno un libro nel tempo libero, oggi siamo a valori che vano dal 40 al 78%, sicuramente è aumentata la dimensione e questo è un dato positivo. E' cambiato il modo di leggere, oggi si dedica molto meno tempo continuativo alla lettura. La lettura è diventata frammentaria e occupa i tanti piccoli spazi della nostra vita quotidiana, durante gli spostamenti casa – lavoro, in metropolitana o nelle vacanze e questo ha cambiato i generi che vengono letti. E' diventata una lettura di genere, forse meno letteraria”