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"Il tempo delle chiavi", Rao racconta l'omicidio Ramelli e gli anni dell'intolleranza

Con testimonianze e documenti inediti il saggio - con una postfazione del magistrato Guido Salvini - indaga su colpevoli e conniventi dell'agguato che 50 anni fa costò la vita allo studente milanese morto dopo 47 giorni di agonia e svela il processo di rimozione di buona parte della società italiana

29 ottobre 2024 | 13.52
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A Milano, nel 1975, in una città plumbea avvolta in una morsa di estremismo, Sergio Ramelli – uno studente di destra di diciotto anni – viene aggredito a colpi di chiave inglese da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare, morendo dopo 47 giorni di agonia. Un agguato in piena regola finito in tragedia. Con uno stile cinematografico che ricorda i film di Elio Petri, Nicola Rao, in "Il tempo delle chiavi - L'omicidio Ramelli e il tempo dell'intolleranza" (appena uscito per i tipi di Piemme, 224 pagine) ricostruisce i giorni, le settimane, i mesi, gli anni degli scontri, delle manifestazioni, della guerra di strada, delle spedizioni punitive nella città meneghina; delle centinaia di aggressioni con chiavi inglesi, organizzate da gruppi dell’ultrasinistra; dei feriti, dei morti e dei processi a seguito dei fatti di sangue; moltissimi documenti archiviati e rinvenuti per la prima volta, testimonianze inedite, di ieri e di oggi, di protagonisti più o meno conosciuti, di chi c’era e ricorda.

"Il tempo delle chiavi" è un "libro coraggioso che, a distanza di ormai cinquant’anni, indaga e denuncia non solo i colpevoli e i conniventi, ma il grande processo di rimozione che buona parte della società italiana attuò consapevolmente o inconsapevolmente", si legge nella quarta di copertina. "Moltissimi in città sapevano chi fossero i responsabili dell’omicidio Ramelli - scrive nella postfazione il magistrato Guido Salvini - ma, nel contempo, i responsabili sapevano che, rimanendo rispettosi del conformismo ideologico e culturale dell’ambiente, questo li avrebbe, come è stato, sempre protetti".

Nicola Rao, oggi direttore della Comunicazione Rai, è stato direttore del Tg2 e vicedirettore del Tg1. Giornalista professionista dal 1989, per oltre sedici anni ha lavorato all’Adnkronos prima come cronista giudiziario e poi come giornalista parlamentare. Per l’Adn ha realizzato diversi scoop: dall’intervista esclusiva a Mario Tuti, in cui annunciava di voler chiudere con la lotta armata, a quella realizzata in carcere ad Ali Agca, a dieci anni dall’attentato a Giovanni Paolo II. Per molti anni si è occupato di terrorismo nero e rosso, temi sui quali ha scritto diversi libri, tra i quali i tre bestseller che raccontano "la vera storia del neofascismo italiano", poi riuniti nella "Trilogia della celtica" (Sperling & Cupfer, 2014).

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