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A Milano la mostra 'uCRYna', il dramma e la resistenza della guerra

Realizzata dai fotografi Carlo Cozzoli e Marco Cremonesi del collettivo Memora, è in calendario fino al 30 marzo prossimo alla Biblioteca del Gallaratese

(foto di Carlo Cozzoli/Memora)
(foto di Carlo Cozzoli/Memora)
25 marzo 2024 | 20.29
LETTURA: 2 minuti

Una raccolta di 28 fotografie realizzate in Ucraina durante il conflitto e scattate in oltre sei mesi di lavoro sul campo nelle Oblast di Lviv, Kyiv, Kherson e Donbass che racconta le storie di civili, di soldati e di come la tragedia bellica abbia sconvolto l’esistenza di un intero popolo. Si chiama 'uCRYna' la mostra realizzata dai fotografi milanesi Carlo Cozzoli e Marco Cremonesi del collettivo Memora, curata da Samar Zaoui e Alessandro Cimma, e promossa dal Municipio 8 di Milano in calendario fino al 30 marzo prossimo presso la Biblioteca del Gallaratese in via Giacomo Quarenghi 21. Domani ci sarà l'inaugurazione alle 18 con gli autori e Tommaso Sacchi, assessore alla cultura di Milano e Viktoria Fufalko, vice console ucraino, che dialogheranno con il pubblico e presenteranno il loro lavoro.

Durante la serata si terrà inoltre l’intitolazione di una sala della biblioteca Gallaratese alla memoria di Victoria Amelina, intellettuale, scrittrice e attivista ucraina per il rispetto dei diritti umani che ha perso drammaticamente la vita a soli 37 anni mentre documentava gli orrori della guerra a Kramthorsk. Carlo Cozzoli e Marco Cremonesi, co-fondatori del collettivo Memora, hanno testimoniato la guerra nell’ex Paese sovietico fin dai primi giorni dell'invasione russa del 24 febbraio 2022. Il percorso espositivo è strutturato su tre temi cardine: l'inizio del conflitto, la resistenza della popolazione e la nuova emersione di una consolidata e condivisa identità nazionale e culturale ucraina. La mostra termina con un'installazione che, attraverso l’utilizzo di foto e video, accompagna lo spettatore in un’esperienza multidimensionale e immersiva finalizzata a far comprendere il mutamento della guerra contemporanea a causa dell’impiego indiscriminato e spietato dei droni.

L’esposizione nasce per trasmettere al visitatore la struggente volontà di speranza e di vita di chi è imprigionato tra le spire di un conflitto. Lo spettatore è portato a esplorare gli aspetti più intimi dell’umano come la resistenza al fatalismo e la ricerca di un domani nonostante l’orrore del contingente, le crudeli difficoltà e i titanici drammi di chi vive sotto il cielo plumbeo di una terra dilaniata dalla guerra. Il titolo dell'esposizione, 'uCRYna,' rielabora il nome del Paese in guerra. La costruzione delle parole vuole immergere il lettore e sottolineare il dolore e il pianto del popolo ucraino. La U, che nel gergo inglese viene utilizzata come abbreviazione del pronome personale you (tu), diventa invocazione, appello e personificazione del Paese aggredito, l’inciso cry, richiama il verbo inglese to cry, piangere, e la lettura della parola Ucryna acquisisce così il significato semantico di: 'Ucraina, tu piangi!'.

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