Il governatore Fontana: "Non condividiamo la scelta, abbiamo chiesto al ministro Speranza di ripensarci". Il ministro degli Affari regionali: "Restrizioni che nessuno di noi vorrebbe"
La Lombardia contro la zona rossa. La regione è pronta a fare ricorso se dovesse essere confermata l'ordinanza del ministero della Salute che entrerà in vigore domenica 17 gennaio. Lo annuncia il presidente della Regione, Attilio Fontana: "Non condividiamo la scelta di inserire la Lombardia in zona rossa per cui, qualora dovesse arrivare questa ordinanza. "In Lombardia - ha proseguito Fontana - negli ultimi 15 giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona arancione. Attendiamo l'ufficialità dal ministero, ma siamo pronti a presentare ricorso", ha ribadito riferendo di aver "chiesto al ministro Speranza di ripensarci" e annunciando che invierà al ministero "accurate note per spiegare le motivazioni della nostra opposizione. Sono stato cauto e ho preteso sempre il rispetto delle regole. Tuttavia - dice - ritengo fortemente penalizzante questo scenario, che darebbe un colpo devastante a una grossa fetta dell'economia lombarda".
La Lombardia non è l'unica regione a protestare. Anche tra quelle arancioni ci sono malumori. Ma a rasserenare il clima ci prova il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia ricordando che "le restrizioni previste per i prossimi giorni sono l'ulteriore sacrificio chiesto agli italiani sulla base di evidenze scientifiche che indicano una recrudescenza dei contagi in tutta Europa. L’Italia sta reggendo bene ma deve essere ancora paziente, coesa e forte. Sono restrizioni che nessuno di noi vorrebbe mai stabilire perché gravano su milioni di persone stremate ormai da quasi un anno di sacrifici. Si tratta di misure che non solo servono a contenere l'aumento dei contagi ma a proteggere le nostre reti sanitarie che con gli eccezionali medici e infermieri ci stanno difendendo e curando senza sosta".
"Abbiamo il dovere di mettere in sicurezza l'unico strumento certo che ci farà uscire dalla pandemia: il vaccino. Oggi - ricorda Boccia in un post su Facebook - abbiamo superato il milione di vaccini somministrati, è un primo passo; la campagna di vaccinazione per essere efficace deve essere condotta con la massima sicurezza".
"Il sistema delle regioni e delle autonomie - prosegue il ministro - è sempre stato esemplare nella sua correttezza istituzionale e nel rispondere con senso di responsabilità all'emergenza nazionale. E la prova è la mobilitazione sulle vaccinazioni per la quale tutte le regioni, nessuna esclusa, siamo un modello a livello europeo. Prova ne è il milione di vaccinazioni che pone l'Italia oggi prima in Europa, in quello che consideriamo però solo una buona partenza. Pur comprendendo i disagi, i sacrifici e in molti casi anche i drammi di coloro che sono chiamati a resistere all'ennesima prova, il governo esprime l'auspicio che la collaborazione leale con i territori non venga meno assicurando ogni intervento possibile e straordinario per alleviare le sofferenze delle comunità. Siamo certi che non verrà meno il senso delle istituzioni che sinora ha contraddistinto l'azione delle regioni".
"Siamo all'ultimo miglio e possiamo tagliare il traguardo solo insieme e condividendo le ragioni di scelte scientifiche e politiche fatte nell’esclusivo interesse della protezione della salute e della difesa della vita. Le misure previste dal governo sono ad esclusiva tutela della salute di tutti. La zona rossa serve a proteggere la salute degli italiani, non è un giudizio o una pagella. Andiamo avanti senza polemiche ma collaborando come sempre", conclude.