Lo fa sapere il ministero della Salute: "La possibilità di introduzione del virus in Ue è considerata bassa"
L'emergenza del nuovo 'misterioso' coronavirus in Cina ha fatto scattare l'allerta per i passeggeri diretti verso l'Italia provenienti dal Paese colpito. "La situazione è costantemente monitorata e la probabilità di introduzione del virus nell'Unione europea è considerata bassa, anche se non può essere esclusa", informa il ministero della Salute, che è in continuo contatto con l’Oms e l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control).
"L’Italia (aeroporto di Roma Fiumicino) ha tre voli diretti con Wuhan - ricorda il ministero della Salute - e numerosi voli non diretti, il cui traffico di passeggeri dovrebbe aumentare in occasione del capodanno cinese".
"Come previsto dal Regolamento sanitario internazionale (2005), all’aeroporto di Fiumicino - spiega - è in vigore una procedura sanitaria, gestita dall’Usmaf Sasn, per verificare l’eventuale presenza a bordo degli aeromobili provenienti da Wuhan di casi sospetti sintomatici e il loro eventuale trasferimento in bio-contenimento all’Istituto nazionale malattie infettive 'L. Spallanzani' di Roma".
Gli aeroporti italiani, e in particolare gli hub internazionali come Malpensa o Fiumicino, "sono attrezzati per individuare eventuali casi di infezioni sospette tra i passeggeri in transito, e per contenere il rischio di possibili contagi", assicura all'Adnkronos Salute Vitaliano Turrà, ex direttore dell'aeroporto di Fiumicino. "Non so se l'allarme legato al nuovo coronavirus cinese è già stato recepito a livello europeo e se il ministero della Salute abbia già disposto dei controlli - dice - in ogni caso quello che si fa normalmente è affiggere nelle zone di arrivo dei cartelli informativi sulle emergenze internazionali, precisando di contattare un medico nel caso si manifestino determinati sintomi. Nei casi più problematici si individua un canale apposito e dedicato e si misura la febbre ai passeggeri che provengono dalle zone a rischio, con sistemi che consentono di farlo a distanza. Nei casi più preoccupanti c'è sempre un'ambulanza predisposta con un sistema per isolare il paziente, una specie di 'culla', come quella che era stata predisposta per Ebola, e i medici sono attrezzati in maniera tale da non essere contagiati".