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Vaticano, Pietro Orlandi: "Possibili legami fra caso Emanuela e omicidio Esterman"

Nel libro dell'avvocato Laura Sgrò la richiesta di verità sull'omicidio Esterman: "Vero colpevole mai cercato"

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29 novembre 2022 | 20.45
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"Potrebbero esserci dei legami fra questa vicenda e quella di Emanuela. Esterman conosceva bene mia sorella e anche per questo mi sembrava giusto essere qui, per portare solidarietà alla mamma di Cedric". Così all’Adnkronos Pietro Orlandi, intervenuto alla presentazione del libro ‘Sangue in Vaticano’ (Rizzoli edizioni), scritto dall’avvocato Laura Sgrò. "Non ci sono legami effettivi dimostrati fra le due vicende - ha aggiunto- ma molti dei personaggi che ruotano attorno sono gli stessi".

"Cedric non aveva motivo di fare una strage, per cosa poi, una medaglia che non gli era stata concessa? La cosa più assurda è che ancora prima che iniziassero i rilievi sul posto, dopo appena un’ora, dalla sala stampa del Vaticano dissero che il colpevole era Cedric", ha detto Laura Sgrò presentando questo pomeriggio alla Libreria Feltrinelli – Galleria Esedra, il suo libro. Un volume scritto per chiedere di riaprire il caso dell’omicidio del comandante delle Guardie Svizzere Alois Esterman e della moglie Gladys: un delitto di cui è stato ritenuto responsabile Cedric Tornay, il vice caporale suicidatosi, secondo l’inchiesta ufficiale, subito dopo il duplice omicidio, avvenuto il 4 maggio 1998. Ma a distanza di 24 anni, la famiglia di Cedric, che si è rivolta all’avvocato Sgrò per farsi assistere, chiede di conoscere la verità.

"Io credo che un colpevole vero non l’abbiano mai cercato - ha detto l’autrice intervenendo all’incontro moderato dal vicedirettore del ‘Corriere della Sera’ Fiorenza Sarzanini - si è parlato di un quarto bicchiere in quella stanza, ma non hanno mai cercato una quarta persona. Io penso che non ci fossero solo loro tre lì, c’era una quarta persona che poi è andata tranquillamente via, indisturbata".

"Perché la famiglia di Cedric non può consultare il fascicolo, su cui non c’è mai stato il segreto? Mi è stato detto - ha proseguito- che non avevo diritto ad avere gli atti perché il fascicolo era stato chiuso per insufficienza di prove. Ma allora chiedo: se è stato chiuso per insufficienza di prove perché il colpevole è Cedric? Nessuno mi ha ancora risposto. Si dovrebbe riaprire le indagini, prendere atto che sono state fatte male - ha sottolineato Sgrò- e in attesa di vedere se ci sono altri colpevoli, si potrebbe riabilitare Cedric, che è la prima cosa importante da fare".

"Ho mandato il libro al Santo Padre e lui mi ha risposto - ha spiegato l’autrice- Mi ha mandato una lettera personale riservata, con grande apprezzamento mio e della famiglia di Cedric, perché, dopo 24 anni, Francesco è il primo Pontefice che ha risposto. Mi auguro che questo sia un primo spiraglio che possa aiutare a fare riaprire questa vicenda" ha concluso Sgrò.

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