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Vaticano, monsignor Perlasca non figura tra i primi test che sentirà l'accusa

Il processo per lo scandalo finanziario

(Afp)
(Afp)
28 settembre 2022 | 19.39
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Monsignor Alberto Perlasca, considerato uno dei testimoni chiave nell'ambito del processo in Vaticano per lo scandalo finanziario, legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue, non figura nel primo elenco dei 27 testimoni che saranno sentiti dall'accusa del Tribunale vaticano. E' quanto emerge dall’elenco dei teste da ascoltare diffuso oggi al termine della venticinquesima udienza davanti al Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone.

Oggi l'udienza è stata dedicata all'interrogatorio finale di Fabrizio Tirabassi, ex funzionario dell'ufficio amministrativo della Segreteria di Stato accusato di peculato, corruzione, estorsione, truffa, abuso d'ufficio. L'interrogatorio del Promotore di giustizia Diddi in particolare si è concentrato sulla rete di rapporti con una serie di persone che fungevano da consulenti nel panorama degli investimenti a Londra della Segreteria di Stato del Vaticano. Tirabassi, richiesto su chi gli avesse conferito l’incarico, ha detto di averlo ricevuto "a voce da mons. Perlasca senza una sottoscrizione formale".

Quindi il pm ha chiesto conto a Tirabassi dei redditi personali e di quelli della consorte poiché anche se risultavano stabili, nel 2015, in un documento delle banche svizzere, si faceva riferimento al conto di Tirabassi che ammontava a un milione e 360 mila euro. Tirabassi ha spiegato che dal 2004 al 2009 aveva ricevuto una procura per due fondi da mons. Pavan, poi revocata da mons. Perlasca al suo arrivo.

Alle domande relative al riscontro di una somma di 200 mila euro in contanti e di "monete" per un valore totale di un milione di euro, ritrovati a Celano, nella casa paterna di Tirabassi, lo stesso ex funzionario ha detto: "Non erano miei. Erano i risparmi di mio padre, la sua vita. Lui era restio a depositare soldi in banca, aveva subito delle rapine, e riteneva più prudente conservarli in casa. Mio padre ha avuto una lunga attività lavorativa in Vaticano, poi ha coltivato la sua passione che era il collezionismo numismatico per cui ha fatto anche il consulente". Tirabassi ha rifiutato il controinterrogatorio delle parti civili facendo presente che si trattava del "quarto interrogatorio" e che aveva "già risposto a tutto. Voglio fermarmi qui". Domani si riprenderà con l’interrogatorio dell’avvocato Nicola Squillace poi l’indomani saranno sentiti i primi testimoni tra i quali appunto, a sorpresa, non figura mons. Perlasca.

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