Dal Sudafrica indicazioni su ricoveri e sintomi. Ema: "Omicron potrebbe rimpiazzare Delta a Natale"
La variante Omicron, presente anche in Italia, potrebbe rimpiazzare la variante Delta e diventare dominante a Natale nel giro di un paio di settimane. I primi dati e le news che arrivano dal Sudafrica, dove la variante è stata individuata, autorizzano un moderato ottimismo: i sintomi appaiono lievi, non c'è un'impennata di ricoveri in ospedale a fronte di un aumento dei contagi per le caratteristiche della variante, che potrebbe essere più trasmissibile di Delta. Il quadro è ancora in fieri, come evidenzia l'Ema, l'agenzia europea del farmaco.
"Non sappiamo se la variante Omicron rimpiazzerà Delta per Natale, può succedere. Ma non ne siamo certi", dice Marco Cavaleri, responsabile della task force vaccini anti-Covid, facendo il punto sulla diffusione della variante in Europa.
I casi legati a contagi della variante Omicron "sembrano essere soprattutto lievi", con sintomi meno gravi. Cavaleri precisa però che bisogna raccogliere più prove per determinare se lo spettro di gravità della malattia causato da Omicron sia diverso da quello di tutte le varianti circolate finora. "E solo il tempo - sottolinea - lo dirà". "Siamo nella quarta ondata, l'unico modo per piegare la curva è la combinazione tra alto tasso di vaccinazioni e misure. Dobbiamo vaccinare il più alto numero possibile di cittadini", ribadisce.
Le parole di Cavaleri sono in linea con i primi dati significativi che arrivano dal Sudafrica: Omicron provoca sintomi covid più lievi e pare avere una pericolosità più bassa .Meno di un terzo dei pazienti covid ricoverati durante l'ultima ondata nel paese presenta sintomi gravi: nella fase iniziale delle due precedenti ondate, la quota saliva a due terzi. I dati diffusi dal National Institute for Communicable Diseases (NICD), nell'area di Pretoria, fanno riferimento a 1.633 ricoveri tra il 14 novembre e l'8 dicembre. I casi gravi rappresentano il 31% del totale: si tratta di contagiati che hanno bisogno di ossigeno o ventilazione meccanica.
Nella fase iniziale della prima e della seconda ondata, la percentuale arrivava rispettivamente al 67 e al 66. I dati fanno parte di uno studio non sottoposto a peer review e non è escluso che i casi gravi possano aumentare nei prossimi giorni: per avere un quadro più completo e chiaro. Il report non fa riferimento all'eventuale vaccinazione dei pazienti, quindi non è chiaro quanto il vaccino possa limitare la gravità della malattia.
Come evidenzia il Guardian, i casi covid sono aumentati del 255% nell'ultima settimana. L'impennata dei casi non ha però prodotto un aumento rilevante dei ricoveri in terapia intensiva, come evidenzia il quadro delineato da Netcare, uno dei pilastri della sanità privata nel paese. "Circa il 90% dei pazienti ricoverati nei nostri ospedali non ha bisogno di ossigeno", dice Richard Friedland al Daily Maverick. "Nelle precedenti ondate, il 26% dei pazienti covid avevano bisogno di cure in terapia intensive negli ospedali del gruppo.
In Italia, lo scenario viene delineato dall'epidemiologo Donato Greco, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts). "Ad oggi i dati ci dicono che in Europa" la presenza della variante Omicron "è sporadica, e che in Italia siamo a una dozzina di isolamenti. E che non sembra più trasmissibile come si era pensato all'inizio, ed è certamente meno patogena, come comunicato ieri dall'Oms. Inoltre le tre dosi di vaccino anti-Covid, secondo dati forniti da Pfizer, sono protettive" anche contro questa variante.
"Tutto questo ci porta oggi a una conclusione - che ovviamente potrà cambiare in caso di nuovi dati - ovvero che non dobbiamo preoccuparci per Omicron". Nessuno allarme, quindi, anche se "è probabile che Omicron si diffonda nel nostro Paese. Ora non lo sta facendo, e comunque qualora lo facesse siamo protetti con le tre dosi di vaccino".