Il coordinatore del Cts: "Può provocare una malattia anche significativa nei soggetti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose"
"Una sola dose di vaccino non copre adeguatamente. La variante Delta, conosciuta anche come variante indiana, solleva preoccupazione perché si connota per maggior contagiosità e perché può provocare patologia anche significativa nei soggetti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose". Il professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, a Sky TG24 Live In Firenze risponde così alle domande sulla variante Delta, ritenuta più contagiosa. "E' importante progredire il più veloce possibile con la campagna vaccinale. Una sola dose di vaccino non copre adeguatamente, va completato il ciclo vaccinale per riuscire a ottenere protezione sia da patologia grave che letale", aggiunge.
"I dati della flash survey saranno disponibili lunedì prossimo, ma abbiamo il dato della Lombardia dove risiede un sesto della popolazione italiana e dove l'incidenza" della variante Delta "è pari al 4%. Quindi quella sitma del 26% fatta per il Paese è ragionevolmente in eccesso, anche se non va sottovalutato affatto il rischio di diffusione. L'Ecdc", centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, "ha anche detto che è prevedibile che in ambito europeo a inizio agosto possa esserci un 70%" di casi da questa variante. Per l'esperto serve sequenziare. "E in funzione di quelle che saranno le evidenze che avremo dalle attività di sequenziamento e genotipizzazione si possono prendere delle decisioni per cercare di contenere il tutto. Tracciare, quindi, e fare anche delle riflessioni dovessero crearsi dei cluster in cui c'è una particolare diffusione", agendo magari con zone rosse localizzate in quelle aree.
Capitolo vaccinazioni: "Abbiamo dei numeri decisamente importanti. Proprio stamattina l'Ecdc", il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, "riportava un 63% della popolazione oltre i 18 anni che ha ricevuto almeno una dose e il 38% che ha completato il ciclo vaccinale". "La linea evolutiva" dell'epidemia "è decisamente favorevole - ha sottolineato - sia in termini di diffusione della circolazione virale, sia in termini di capacità di raggiungere i cittadini del Paese con i diversi vaccini".