"Evidenziare le caratteristiche oggettive della casistica attuale non autorizza, né giustifica, atteggiamenti di stigma o toni discriminatori"
"Evidenziare le caratteristiche oggettive della casistica attuale" del focolaio di vaiolo delle scimmie che sta crescendo in particolare in Europa "non autorizza, né giustifica, atteggiamenti di stigma o toni discriminatori nei confronti di nessuno". Lo precisa all'Adnkronos Salute il virologo dell'università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco.
Quando si rimarca una casistica di "tutti uomini tranne una donna, ad oggi - sottolinea l'esperto - significa riportare appunto "un dato oggettivo" e da parte delle autorità sanitarie "non è che si può fare altrimenti". Per Pregliasco va certamente puntualizzato che "il rischio riguarda il contatto sessuale in genere", in quanto contatto molto stretto per definizione. "Il fatto poi che in una quota di maschi che fanno sesso con maschi ci possa essere una maggiore promiscuità aumenta questo rischio", aggiunge il medico.
Sempre attenendosi all'"oggettività" senza voler offrire alcun alibi a "stigma ingiustificabili", e ricordando che "la trasmissione avviene in modo dimostrato anche attraverso droplets" ossia goccioline emesse attraverso il respiro, Pregliasco osserva che "l'atto sessuale per via anale facilita la possibilità di trasmissione di queste infezioni perché ci sono maggiori probabilità di contatto con il sangue e di lacerazioni. Nel vaiolo delle scimmie - fa notare il virologo - sappiamo che le bolle iniziano dal viso e coinvolgono classicamente il palmo delle mani, a differenza che in altre infezioni, ma interessano anche i genitali. E ovviamente in qualsiasi contatto sessuale queste vescicole possono rompersi più facilmente".