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Vaccino Covid, Zampa: "Dosi richiamo ci saranno per tutti"

“Dobbiamo ringraziare innanzitutto le Regioni, che hanno deciso generosamente di scambiarsi le forniture”

(Fotogramma)
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21 gennaio 2021 | 08.51
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“Niente panico, le dosi di vaccino per il richiamo ci saranno per tutti”. Lo dice alla Stampa Sandra Zampa, aggiungendo che “dobbiamo ringraziare innanzitutto le Regioni, che hanno deciso generosamente di scambiarsi le forniture”. Secondo la sottosegretaria alla Salute le dosi per i richiami ci saranno, "i conti sono stati fatti afferma - Garantire il richiamo è la nostra priorità assoluta. Ci sono quasi un milione e trecentomila persone che hanno avuto la prima dose e non possiamo sgarrare. Rispetteremo i tempi che la scienza ci detta. Alla peggio, potrà accadere che qualcuno non sarà richiamato dopo tre settimane esatte, magari ci sarà qualche giorno di ritardo, ma i trial ci dicono che non è qualche giorno di differenza rispetto alle tre settimane che cambia le cose. Di certo non faremo come la Gran Bretagna che ritarda di tre mesi il richiamo”.

"Pfizer ha deciso unilateralmente di non rispettare il contratto - precisa Zampa - e ha deciso lei quante dosi consegnare e a chi. Non è serio. In un campo così delicato come la vaccinazione, poi. Ma il problema è generale. Anche gli altri Paesi europei sono in difficoltà. C'è un paese tedesco che ha dovuto sospendere del tutto le vaccinazioni. Per questo abbiamo investito l'Avvocatura dello Stato. E giustamente si sta muovendo anche l'Europa, per chiedere con una voce sola il rispetto del contratto, che ricordo è stato firmato a Bruxelles. Pfizer ci dice che deve fare un intervento sulle sue fabbriche per aumentare la capacità produttiva. E che fra tre o quattro settimane sarà in grado non soltanto di riprendere le forniture come concordato, ma di recuperare anche le quantità mancanti. Sappiamo inoltre che ci sono iniziative in diversi Paesi membri dell'Ue per mettere a disposizione di Pfizer altri stabilimenti farmaceutici. Accade in Germania. Ma anche in Francia”.

Appena ripartirà la produzione a pieno ritmo, aggiunge la sottosegretaria, “dovremo correre come pazzi per recuperare il tempo perduto. Penso che sia possibile aumentare i luoghi di vaccinazione, ma anche gli orari di somministrazione. Non dico vaccinare 24 ore su 24, ma almeno 16 o meglio 18 ore al giorno. Ne parleremo con le Regioni, ma io credo che sia un obiettivo possibile. L'obiettivo è avere una larga parte della popolazione vaccinata al più presto. Anche perché uscire presto dalla pandemia ci aiuterà a recuperare sul versante economico: il Paese che si vaccina prima, avrà un vantaggio competitivo nel mondo. D'altra parte avete visto che eravamo partiti di slancio. Non meraviglia. L'Italia è uno dei Paesi europei con più vaccinati; abbiamo una solida tradizione. La macchina della sanità non si ferma, ma indubbiamente dovrà scalare le marce. Ma è una frenata temporanea. Prestissimo avremo una valanga di dosi. Non c'è solo Pfizer”.

"Moderna – dice ancora - sta rispettando il calendario delle sue consegne, ma abbiamo sempre saputo che non ha numeri altissimi. Il 29 gennaio è attesa la risposta di Ema per AstraZeneca. Subito dopo il dossier passerà all'Aifa, che ci ha garantito tempi strettissimi per l'esame e di questo sforzo li ringrazio. Aifa ha annunciato che farà uno studio comparativo sui diversi vaccini, per capire di ogni tipo a che fascia di popolazione è più indicato. Subito dopo arriverà anche Johnson & Johnson, che è un vaccino facile da conservare, non ha bisogno di richiamo, e verrà prodotto in quantità enormi".

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