Firmato l'accordo: il servizio sarà organizzato dai distretti delle Asl territorialmente competenti
Infermieri in campo per i vaccini covid in Italia a domicilio. E' stato firmato dal ministero della Salute, dalle Regioni e dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) un protocollo d’intesa che basandosi sulla possibilità di deroga all’esclusiva per gli infermieri dipendenti, prevista nel decreto Sostegni, e allargando la platea degli assistiti anche agli over 18 per gli infermieri pediatrici, prevede che tutti gli infermieri, in autonomia svolgano - previo adeguato 'Triage prevaccinale (anamnesi standardizzata)' per verificare la presenza di controindicazioni e/o di precauzioni da seguire prima di somministrare il vaccino - il servizio di vaccinazione al domicilio dei soggetti che hanno difficoltà a muoversi per raggiungere i siti vaccinali.
Il servizio - riferisce una nota Fnopi - sarà organizzato dai Distretti delle Asl territorialmente competenti che provvederanno anche a fornire a quanti dei 270.000 infermieri e infermieri pediatrici del Ssn daranno la propria disponibilità, le dosi vaccinali anti SarS-CoV-2, farmaci, dispositivi e presidi sanitari necessari per le attività di vaccinazione e per l’intervento sui possibili eventi avversi collegati alla vaccinazione.
"Ringraziamo per la piena valorizzazione dei nostri professionisti - commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) - il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, che hanno accolto la disponibilità, l’impegno e la professionalità degli infermieri per dare uno sprint decisivo alla campagna vaccinale”.
Le motivazioni del protocollo sono nel fatto che l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus rende indispensabile e urgente la “necessità di rafforzare strutturalmente la resilienza, la prossimità e la tempestività di risposta del Sistema sanitario nazionale", sottolinea. Per questo "la somministrazione a domicilio dei vaccini anti SarS-CoV-2 per le persone che non possono recarsi presso i siti vaccinali organizzati dalle Regioni e dalle Province autonome" è "fondamentale per incrementare la copertura vaccinale della popolazione”.
In questo senso per gli infermieri vaccinatori che operano dopo l’orario di lavoro grazie al superamento dell’esclusiva - dettaglia una nota Fnopi - a questo punto grazie al protocollo anche a domicilio, è previsto lo stesso compenso già stabilito per le altre professioni: 6,16 euro a inoculazione. Previsione che amplia il ventaglio delle nuove possibilità di retribuzione a disposizione delle Regioni per gli infermieri oltre la previsione già indicata dell’utilizzo a questo scopo dei compensi aggiuntivi.
Per tutto - riferisce ancora Fnopi - sarà previsto un necessario finanziamento aggiuntivo a integrazione del fondo sanitario nazionale, progressivamente definito sulla base dell’andamento della campagna vaccinale.
“Questo ulteriore tassello costruito dalla Federazione - conclude Mangiacavalli – testimonia ancora una volta il ruolo e la rilevanza di un’assistenza infermieristica organizzata secondo i canoni di risposta vera ai bisogni dei cittadini che non sono solo sanitari, ma anche sociali: i fragili vanno tutelati ed è il sistema e l’assistenza a dover andare verso di loro, non il contrario. E questo è da sempre l’obiettivo e l’azione degli infermieri".