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Truffa Dpi a Protezione Civile Lazio, sei persone ai domiciliari

Sequestri per 4 milioni di euro

(Fotogramma)
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17 marzo 2021 | 13.08
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Una truffa ai danni della Protezione Civile del Lazio e altre imprese nella fornitura dei dispositivi di protezione individuali. E' quanto hanno scoperto i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto, che hanno eseguito un’ordinanza di cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di sei persone con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alle truffe per le forniture di dispositivi di protezione individuale alla Protezione Civile del Lazio e di altre imprese, al riciclaggio e all’autoriciclaggio. Sequestrato a scopo preventivo il provento illecito, pari a circa 4 milioni di euro.

Da quanto emerso nelle indagini, nelle fasi più critiche della prima ondata pandemica, una società jonica, che fa capo a uno degli indagati, si era proposta di fornire Dpi all’Ente Protezione Civile Lazio necessari per far fronte al rischio di contagio. La società fino al mese di marzo 2020 era attiva soltanto nel settore del commercio di integratori alimentari, poi ha cominciato a occuparsi di dispositivi di protezione individuale. Secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza di Taranto la società ha, dapprima, fornito documenti rilasciati da enti che non rientrano tra gli organismi deputati a rilasciare la specifica attestazione e, successivamente, per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente da Cina e Turchia, ha prodotto falsi certificati di conformità.

Le indagini, condotte anche con il supporto del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e dell’Unità di Informazione Finanziaria (Uif), hanno permesso di bloccare il pagamento a saldo dell’intera fornitura da parte della Protezione Civile, pari a circa 25 milioni di euro. I proventi conseguiti illecitamente sono stati riciclati e autoriciclati dagli indagati per alimentare altre condotte delittuose, anche attraverso il trasferimento dei fondi su conti esteri.

“Si tratta dunque di soggetti che non hanno esitato a porre in essere un piano sistematico per ottenere dalle attività societarie il massimo profitto senza rispettare gli obblighi contrattuali, di volta in volta assicurandosi di conservare il profitto illecito con operazioni simulate e dimostrando una spiccata e pervicace indole delinquenziale”, scrive il gip di Taranto nell’ordinanza.

Da quanto emerso dalle indagini condotte dalla Gdf, nella prima ondata pandemica, lo scorso marzo, quando c’era un’assoluta carenza di mascherine, gli indagati avrebbero promesso forniture alla Protezione Civile del Lazio che sarebbero dovute arrivare dopo 5 giorni e che invece sono arrivate solo ad agosto, mentre una fornitura di camici è rimasta del tutto inadempiuta. “Gli indagati - scrive il gip di Taranto nel capo di imputazione - si associavano tra loro allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti ai danni di soggetti pubblici e privati (truffe, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture, frodi nelle pubbliche forniture, autoriciclaggio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e vendita di prodotti industriali con segni mendaci) assicurandosi i relativi profitti anche grazie all’ausilio di soggetti incaricati delle operazioni di riciclaggio, in particolare attraverso lo schermo societario della ‘Internazionale Biolife’; Antonio Formaro, Francesco Oliverio, Raffaele Buovolo, in qualità di promotori, e organizzatori e Giocomo De Bellis, Pietro Rosati e Luciano Giorgetti in qualità di partecipi, si presentavano sul mercato nazionale e internazionale come soggetti capaci di fornire prontamente ingenti quantitativi di Dpi pur non avendone la disponibilità e anche grazie alla predisposizione di false certificazioni”.

“La pervicacia criminale degli indagati emerge inequivocabilmente dalla persistente consumazione delle condotte delittuose in un lungo e ininterrotto arco temporale: le indagini della Gdf hanno infatti messo in luce i numerosi illeciti contro il patrimonio e mediante frode commessi dagli indagati nell’ultimo periodo, approfittando della situazione emergenziale determinata dell’evoluzione della pandemia e dai consequenziali risvolti su particolari attività economiche (quali quelle relative all’acquisto di Dpi)”.

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