"Cgil, Anpi e altre sigle locali (tra cui associazioni femministe) avrebbero indetto una manifestazione dal titolo 'Todi città dell’antifascismo' per giovedì 17 alle 17 proprio in piazza del Popolo. Piazza che, come è noto da mesi, ospiterà il nostro festival letterario. La scelta della location dunque ci lascia perplessi. Almeno quanto il titolo della manifestazione, che fa il verso a quello - sensato e pertinente - della nostra kermesse culturale". Così in una nota l’associazione culturale Castelli di Carta, che organizza il Festival letterario Todi Città del Libro, a Todi dal 17 al 20 giugno.
"Se andiamo a leggere le motivazioni addotte da chi vorrebbe fare questa manifestazione di protesta contro un festival letterario - compiendo un suicidio politico pubblico collettivo scopriamo - aggiunge Castelli di Carta - che 'le associazioni e la Cgil, che ogni giorno si battono per il rispetto dei principi costituzionali e dei diritti umani, non ci stanno e chiamano in piazza gli antifascisti e le antifasciste dell’Umbria. Giovedì 17 giugno, alle ore 17 è convocato un presidio in piazza del Popolo a Todi, per ribadire a gran voce che le Istituzioni devono rispettare la Costituzione alla quale prestano giuramento, quella Costituzione nata dalla resistenza e fondata sull’antifascismo'. Sì, lo sappiamo: già tante volte abbiamo letto di questa fantomatica 'Costituzione fondata sull’antifascismo', che esiste soltanto nelle menti degli antifascisti. Ma il punto è un altro: cosa c’entra tutto questo con il nostro festival? Perché scomodare gli antifascisti e le antifasciste dell’Umbria? Forse che un evento che viola la Costituzione e calpesta le Istituzioni possa in qualche modo ricevere il patrocinio di Regione Umbria e Comune di Todi? Noi per primi escludiamo che sia possibile. E infatti così non è: il nostro festival è una festa della cultura, dei libri e di chi verrà a trovarci. La guerra civile e il 25 aprile, dunque, non c’entrano niente".
In effetti, prosegue Castelli di Carta, "qualcosa non torna neanche agli organizzatori del presidio, che dicono 'di non avere certo paura dei libri, né di voler chiedere alcuna censura, ma di pretendere il rispetto delle leggi e dei principi sui quali si basa la nostra Repubblica e ai quali devono rendere conto le Istituzioni e chi le rappresenta'. Perfetto, chiarissimo. Castelli di Carta vorrebbe però capire in che modo e misura il nostro festival, con ospiti di ogni schieramento politico - da Mughini a Capuozzo e Massimo Fini -, interessati a parlare di cultura e non di steccati ideologici, con eventi per famiglie e bambini, con musica e spettacoli dal vivo e soprattutto con tanti, tantissimi libri - patrimonio collettivo che unisce e che non divide - non rispetterebbe Costituzione e Istituzioni".
"Nel frattempo auspichiamo che la improvvida provocazione della 'Todi antifascista non punti a creare problemi di ordine pubblico. Visto che abbiamo un festival da inaugurare e portare avanti in nome della cultura e non dell’odio ideologico. Per il bene - noi sì - di tutti", conclude l'associazione.