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Savona

Targa per bimba uccisa dai partigiani, è polemica

(Fotogramma)
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15 settembre 2017 | 15.50
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Verrà inaugurata a Noli, comune della provincia di Savona, a fine mese la targa in ricordo di Giuseppina Ghersi, la 13enne savonese violentata e uccisa da un gruppo di partigiani il 30 settembre del 1945, giustiziata ancora bambina perché accusata di collaborazionismo con il regime fascista. Un modo per ricordare una vittima bambina e la sua storia, al di fuori di speculazioni politiche, nell'idea del Comune: ma intorno all'iniziativa sono nate polemiche e proteste accese anche via social network.

Succede in provincia di Savona e proprio nei giorni in cui a Roma la legge Fiano che introduce il reato di propaganda fascista nel codice penale ha ottenuto il primo via libera dalla Camera. Per primo è stato l'Anpi provinciale ad insorgere contro il progetto dell'amministrazione del piccolo borgo rivierasco che ha innescato la discussione e riapre una pagina dolorosa della storia savonese, a 72 anni dalla fine della seconda guerra mondiale.

Il 30 settembre è prevista l'inaugurazione del monumento, un cippo in marmo e ferro con un breve testo in ricordo di 'Pinuccia'. L'idea è nata su iniziativa di un consigliere comunale di Noli, comune guidato da un'amministrazione di centrodestra. La targa, come ha spiegato il suo ideatore di origini partigiane, servirà "Per ricordare lei, non chi ha combattuto per la parte sbagliata, anche se a vent'anni si possono fare scelte diverse senza sapere di sbagliare e non credo che dall'altra parte ci fossero solo criminali e disgraziati. Spero serva a una vera riappacificazione".

Ma le proteste si sono estese anche al luogo in cui verrà sistemata la targa, una piazza dedicata ai fratelli Rosselli, assassinati nel 1937 da un gruppo dell'organizzazione parafascista francese 'La Cagoule'. "Contrari al progetto dell'amministrazione comunale di Noli di erigere un cippo in memoria della Brigatista Nera Giuseppina Ghersi - scrivono dall'Anpi di Savona, in una nota - La pietà per una giovane vita violata e stroncata non allontana la sua responsabilità per la scelta di schierarsi ed operare con accanimento a fianco degli aguzzini fascisti e nazisti che tante sofferenze e tanti lutti hanno portato anche nella città di Savona e nella provincia".

"Il fascismo è stato il male maggiore che il nostro Paese ha subito - sottolinea l'Anpi - Migliaia di cittadini che si opponevano al fascismo furono costretti all'esilio o, senza rispetto per il Diritto, mandati in prigione o al confino, centinaia di loro vennero uccisi dai sicari fascisti. E' in quel contesto storico che avviene la violazione e l'uccisione di Giuseppina Ghersi. E se qualcuno vuole fare davvero qualcosa per la sua memoria dovrebbe vigilare ed agire per impedire che il fascismo risollevi la testa, come invece sta accadendo in questi tempi in cui organizzazioni neofasciste e razziste operano seminando ancora odio in Italia ed in Europa".

"La pacificazione, che si dice voler raggiungere, è già stata offerta - concludono dall'Associazione partigiani - dalla vittoria della Resistenza e dall'affermazione di questa Costituzione interamente antifascista".

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