"Appartengono alla vera attentatrice" si legge. Bolognesi: "Squallidi, è sciacallaggio"
Il lembo facciale riesumato dalla bara di Maria Fresu, una delle vittime dell’attentato alla stazione di Bologna assieme alla figlia Angela, di 3 anni, apparterrebbe a una vittima "mai inclusa nell’elenco" perché "evidentemente è la vera attentatrice alla stazione". Lo affermano alcuni volantini distribuiti nel centro storico del capoluogo emiliano da alcuni attivisti, intitolati ‘2 agosto 1980 La verità è orrenda’.
"Lo scorso 9 gennaio, Gilberto Cavallini è stato condannato all’ergastolo per la strage di Bologna con una sentenza che conferma l’impianto accusatorio che vorrebbe i terroristi neri del gruppo Nar autori materiali di quell’ignobile atto terroristico - si legge nel volantino -. Eppure, proprio nel corso di quel processo, si è scoperta l’esistenza di una vittima mai inclusa nell’elenco di quelle che vengono riportate ogni anno".
"Una ragazza - prosegue il volantino, con in primo piano un’immagine del lembo facciale che una perizia del Dna ha escluso appartenesse a Maria Fresu - che morì certamente il 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna e di cui nessuno pianse la scomparsa né reclamò il corpo. Perché? Perché, evidentemente, è la vera attentatrice alla stazione, quella che il 2 agosto 1980 portava il micidiale ordigno che, esploso forse inavvertitamente, non solo la uccise, ma le provocò la mutilazione che ora rendiamo pubblica, affinché tutti capiscano cosa si tenta di nascondere dietro sentenze che non vogliono tener conto neanche delle verità scientifiche che pure sono emerse in questi anni".
Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della Strage di Bologna, parla di "gesto squallido di sciacallaggio, non ha niente a che vedere con la verità, fatto da qualcuno che non ha argomenti per difendere gli stragisti".
E Massimiliano Mazzanti, il giornalista e scrittore promotore del 'Comitato per la verità su Ignota 86', annuncia querela: "Ho incaricato l’avvocato Mattia Finarelli di querelare il presidente dell’Associazione Parenti delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi, per le gravi affermazioni che ha rivolto nei miei confronti quale ideatore del volantino distribuito oggi e su cui è riportata la foto di 'Ignota 86'".
"Bolognesi - dice Mazzanti - si spinge a definirmi 'sciacallo' insieme alle persone che, con me, condividono questa iniziativa di verità. Nessuno può permettersi di definirmi in tale modo. Non sono certo io ad aver raccolto qualsivoglia genere di vantaggi nel sostenere le proprie tesi sulla strage di Bologna. E - aggiunge - Bolognesi è l’ultima delle persone che può rivolgere ad altri, ma in particolare a me, una tale offesa o accusa che voglia essere. 'Ignota 86' è un macigno sulla credibilità delle sentenze fin qui emesse".