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Omicidio Saman, stop processo fino a 13 ottobre: dopo periti l'esame del fratello vittima'

Decisione legata al ritardo nel deposito delle perizie, la prima legata agli orari delle telecamere di videosorveglianza, l'altra alle intercettazioni.

Un'udienza del processo
Un'udienza del processo
02 ottobre 2023 | 15.09
LETTURA: 3 minuti

Processo per l'omicidio di Saman Abbas, udienze rinviate fino al prossimo 13 ottobre. La decisione, presa dalla Corte di Assise di Reggio Emilia, sarebbe legata, come spiega all'Adnkronos l'avvocato Liborio Cataliotti che difende lo zio della vittima, Danish Hasnain, al ritardo nel deposito delle perizie, la prima legata agli orari delle telecamere di videosorveglianza, l'altra alle intercettazioni. Il processo per l'omicidio della 18enne pakistana per ora si ferma. Era previsto per domani l'esame di Ali Haider, fratello della vittima, rimandato a data da destinarsi. "Alla ripresa delle udienze saranno sentiti l'archeologo forense e l'ingegnere che ha fatto la perizia sulle telecamere richiesta dalla difesa di Danish - spiega all'Adnkronos l'avvocato Valeria Miari, legale di Ali Haider - Non è ancora stato definito il giorno in cui sarà sentito il mio assistito, testimone nel processo".

Il processo finora: cos'è successo

Intanto, nelle udienze precedenti, passi significativi sono stati segnati dall'esame di Saqib Ayub, fidanzato della vittima, e dalla deposizione dei periti Cristina Cattaneo, Biagio Leone e Roberto Giuffrida che hanno spiegato quanto emerso dall'analisi sul corpo della ragazza, morta per asfissia, "strangolata a mani nude". Il ragazzo con il quale Saman aveva una relazione, venerdì scorso ha parlato per la prima volta ritrovandosi davanti agli imputati per la morte della sua fidanzata.

"Saman era triste e aveva paura" ha detto in aula il 23enne, anche lui minacciato più volte dai familiari della vittima. "Lei diceva che quando era con me era felice, perché la sua famiglia era pericolosa" precisando che "la decisione di tornare nella casa di Novellara a fine aprile 2021 per riprendere i documenti" era stata presa dalla coppia "insieme". Quel rientro dai genitori dalla comunità protetta che da tempo la ospitava si sarebbe rivelato per Saman fatale.

In tutto questo non ha ancora parlato Shabbar Abbas, padre di Saman, ritenuto dagli inquirenti l'ideatore dell'omicidio della figlia e recentemente estradato dal Pakistan. Attraverso i suoi avvocati difensori, Simone Servillo ed Enrico Della Capanna, ha fatto sapere di non essere a conoscenza di come sua figlia sia stata uccisa, si è commosso in aula riascoltando i particolari dell'omicidio, ma non ha contraddetto Saqib né reso dichiarazioni spontanee, come previsto in un primo momento.

Resta ancora da sciogliere il mistero dell'assenza di tracce genetiche sul corpo di Saman appartenenti agli imputati per il suo omicidio, ovvero padre e madre, zio e i due cugini. Sul cadavere della ragazza, rimasto per un anno e mezzo dopo la sua scomparsa in una fossa "scavata sei volte", sono emersi due soli profili genetici, appartenenti uno a un uomo l'altro a una donna, che però non sarebbero parenti della vittima. Tuttavia, va sottolineato, nemmeno i cani molecolari riuscirono a fiutare la presenza del corpo, compromesso dal troppo tempo sotto terra. "E' chiaro che il delitto è maturato in ambito familiare - spiega all'Adnkronos l'avvocato Barbara Iannucelli, legale di Saqib Ayub - Trovare il dna su Saman di uno dei suoi parenti non avrebbe significato assolutamente nulla, vivevano tutti insieme, una traccia di Saman è stata trovata all'epoca dai Ris dietro al giubbotto dello zio Danish. Sono dati neutri e tali rimangono".

Come si inquadrano, allora, le tracce repertate non appartenenti ai familiari? "Il corpo è stato trovato in una fossa scavata in un casolare abbandonato - spiega - completamente aperto. Una sorta di discarica, dove chiunque ha potuto accedere". (di Silvia Mancinelli)

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