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"So chi ha tradito Silvia Romano", parla la fondatrice della onlus

Le parole di Lilian Sora, fondatrice della Onlus Africa Milele con cui collaborava la giovane: "Mai pensato a un rapimento. La madre? Non avevo il numero, evidentemente Silvia non lo riteneva necessario"

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12 maggio 2020 | 11.51
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"Certo che so chi ha tradito Silvia". Lo afferma su Repubblica Lilian Sora, fondatrice della Onlus Africa Milele con cui collaborava Silvia Romano. "Ma l'ho detto - racconta - a familiari e inquirenti e basta. Ho fatto le mie indagini, non per cercare di liberare Silvia ma per capire cosa fosse successo. E penso di averlo scoperto".

"La sicurezza - sostiene Lilian - a Chakama c’era: lo so, ci hanno buttato addosso tanto fango ma la protagonista ora è Silvia e risponderà lei, sono sicura. Per tramite dei volontari mi sono arrivate parole carine, da parte di Silvia".

"Davvero i familiari hanno preso le distanze dalla onlus? - chiede -. Dovremo assolutamente parlare, in questo anno e mezzo anche io mi sono avvicinata all’Islam. Suo papà non l’ho mai conosciuto, sono separati e io parlavo con la mamma, che non sapeva neppure dove si trovasse esattamente sua figlia in Kenya. Non avevamo i numeri l’una dell’altra, evidentemente Silvia non lo riteneva necessario... strano no? Se stavo zitta per rispettare il loro dolore dicevano che me ne infischiavo, se parlavo di Silvia mi dicevano di rispettare il silenzio per le indagini", spiega.

"Non abbiamo mai pensato all’ipotesi di un rapimento o un assalto violento - dice ancora a Repubblica -. Se conosceste quel villaggio e la sua gente capireste. Quando è stata rapita Silvia, in sede a Chakama erano in servizio ben due guardiani".

Poi il racconto del rapporto con la giovane cooperante: "L’incontro con Silvia è nel 2018 - racconta -. Ci ha contattati sulla pagina Facebook, che ora sta facendo record di aspiranti volontari. Silvia voleva fare un periodo in Kenya dopo la laurea e aveva scelto due onlus. Prima è andata sulla costa, a Liconi, con l’altra: quella è zona rossa, non Chakama. Poi ci siamo date appuntamento a Malindi. Lei era già ambientata, me la ricordo con le treccine... Ma non sapeva che l’aspettava un’Africa diversa, la vera Africa, un’Africa rurale non ancora rovinata dal turismo".

"Con i volontari, dorme sempre il guardiano masai - dice ancora Lilian Sora -. Il giorno che incontrai Silvia a Malindi, ero con le mie figlie: Silvia andò poi a Chakama con il matato, l’autobus di linea, insieme a Irene. E' mia figlia, che ha 19 anni e studia cooperazione internazionale, che l’ha introdotta nel villaggio, un villaggio che era tranquillo - precisa -. Non ci saremmo mai aspettati quello che è successo".

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