Il senatore di Italexit: "Provo a fare l'ariete"
"Io provo a fare l’ariete, saremo l’outsider, la sorpresa. Questa è una candidatura politica a tutto tondo e si innerva con una città che ha grande vocazione politica". Gianluigi Paragone, giornalista e senatore, leader di Italexit, ha presentato così alla stampa la sua candidatura a sindaco di Milano, assieme a l’ex assessore lombardo Massimo Zanello e Francesca Gentile, giurista tra le firmatarie del ricorso al Tar contro la Regione Lombardia per la riapertura delle scuole in zona arancione.
"Sarà una campagna elettorale fortemente politica e ideologica - ha spiegato Paragone - in cui punteremo l’indice contro quelli che per noi sono il male, i colpevoli: ai milanesi diamo la possibilità di votare o gli alleati naturali di quel mondo che non ci piace, quindi il Pd e qualche pezzo del centrodestra, oppure provare a fidarsi di qualcuno di diverso". Paragone ha sottolineato che nei prossimi mesi "avremo a che fare con città che con il Covid ha visto aumentare del 30% la povertà" e che l’emergenza Covid "obbliga tutti a prendere misure con un commercio che va difeso".
A tal proposito, ha rimarcato Paragone, "noi stiamo dalla parte delle ristorazione vera e contro il modello del delivery, che non è un modello virtuoso e rovina i lavoratori e la ristorazione sana".
Tra i punti saldi del programma c’è il capitolo case: "oggi i nuovi grandi immobili sono un asset di cui i fondi dispongono mentre in periferia ci si scanna per pagare una casa - ha rimarcato Paragone - ci si umilia con paghette invece di retribuzioni".
Mentre sul tema green e mobilità, "se deve essere una moda la lasciamo ai fighetti - ha evidenziato Paragone - noi abbiamo un modello diverso da di Montigny e Sala". A Milano, ha fatto notare ancora il senatore "il reddito medio del club della zona vip che elegge Sala è superiore di 5 volte a quello delle periferie, che sono i luoghi dove avvengono i maggiori tagli, dove si tolgono strutture sanitarie e le case sono un optional e i politici vanno ogni cinque anni quando devono farsi rieleggere".
Secondo Paragone Milano ha bisogno di un candidato diverso rispetto al sindaco uscente: "dicono che Milano è europea e che la nostra proposta è fuori sincrono, sbiadita, che ha un rimando al passato ma questo modello moderno non ci piace - ha sottolineato -. Lucio Dalla diceva ‘Milano vicina all’Europa, Milano che banche che cambi’ già nel 1979 ma le banche non erano la finanza che mangia l’economia reale. Oggi il mondo finanziario è entrato in una specie di golden share ed è padrona di Milano".
Sempre citando Dalla, Paragone ha poi messo l’accento sul tema immigrazione: "Dalla diceva ‘Milano a portata di mano, ti fa una domanda e ti risponde in siciliano’. Questo fa capire lo spirito migratorio che solo quando dà delle chance diventa una migrazione virtuosa. Quando l’immigrazione diventa un modo per riempire le periferie allora è solo un’altra maniera che hanno i fighetti di lavarsi anima, coscienza e mani, e questa oggi è la politica del centrosinistra".
Sul tema dello stadio a Milano, invece, "se si tratta di regalare nuovi spazi commerciali a Milan e Inter dico assolutamente no". Nelle prossime settimane, ha infine annunciato Paragone sarà svelata la composizione della sua squadra, "Ci saranno sorprese - ha avvertito Paragone - abbiamo già la squadra e i nomi".