Delitti nel Rione Prati, per mano pare di un'unica persona che in tutti e tre i casi ha ucciso con un coltello
Telecamere, celle telefoniche e siti di incontri escort sono ora al vaglio degli investigatori impegnati nelle indagini per risalire al responsabile degli omicidi - di due donne cinesi e di una donna colombiana - avvenuti a Roma nel Rione Prati in due appartamenti a poche centinaia di distanza uno dall'altro, per mano pare di un'unica persona che in tutti e tre i casi ha ucciso con un coltello.
L'ultima vittima in particolare, una 65enne colombiana, aspettava un cliente. Da capire, ora, come l'uomo l'abbia contattata, se con un appuntamento preso in una app di incontri o se, invece, con una telefonata.
"Le due donne" cinesi invece "sono state uccise tra le 10.30 e le 11. Lo so per certo perché mi hanno portato la cucina e ho salito le scale a piedi fino al nono piano, dove si trova l'appartamento in cui mi sto trasferendo". A parlare all'Adnkronos è un giornalista che questa mattina era nel palazzo al 28 di via Riboty. "Non ho preso l'ascensore perché era occupato, sono quindi anche passato davanti all'abitazione delle due vittime ed era tutto tranquillo alle 10.30 - racconta - Alle 11, mentre ero in casa, mi ha chiamato il portiere per dirmi che c'era stato un omicidio e non potevo uscire perché una delle vittime era sul pianerottolo. Ci sono rimasto 3 ore e mezza, quando poi la polizia mi ha fatto andare in questura a testimoniare".
Nell'appartamento in via Riboty 28, dove sono state uccise le due donne asiatiche, ci sarebbe una telecamera che punta proprio in strada. E' l'informazione fornita all'Adnkronos da una donna che nel palazzo lavora: "Un giorno arrivai col motorino - ricorda - una delle due donne, sempre molto discrete, mi disse che avrei potuto lasciarlo davanti all'ingresso, così da poterlo eventualmente controllare grazie a una telecamera da loro nascosta dietro un vaso. Credo l'avessero posizionata per controllare gli ingressi".
Se questa informazione si rivelerà fondata, gli investigatori avrebbero uno strumento prezioso utile a risalire all'identità dell'assassino, che le vittime hanno fatto entrare in casa. Proprio come ha fatto, poco dopo, la 65enne colombiana uccisa nel seminterrato a 900 metri di distanza, in via Durazzo, anche quella strada costellata di telecamere.
La 65enne probabilmente era in attesa di un cliente. E' quanto avrebbe riferito ai poliziotti la sorella della donna trovata senza vita con una ferita d'arma da taglio all'addome. (di Silvia Mancinelli)