"C'era tensione, ma a far degenerare le cose è stata battuta infelice sul vino. Ero impegnato a fare da paciere, poi mi sono ritrovato coinvolto"
(dall'inviata Silvia Mancinelli) - "Quella sera sono andato con mia moglie a seguire la chiusura del comizio elettorale in piazza Garibaldi, vicino al ristorante La Taverna. La mia partecipazione a quella cena è stata del tutto occasionale, dall'aperitivo si è creata una tavolata aperta a tutti. La lite tra Ruberti e Lampazzi è iniziata nel ristorante, mentre si discuteva di calcio, per poi trasferirsi in strada. Io sono intervenuto per cercare di evitare che potesse degenerare. Lo farei anche se vedessi litigare due sconosciuti, ma in questo caso si trattava di amici con un ruolo da tutelare" (uno sindaco, l'altro capo gabinetto del Comune di Roma, ndr.). Vladimiro De Angelis, con il fratello Francesco rimasto coinvolto nella lite a Frosinone insieme all'ex braccio destro di Roberto Gualtieri immortalata nel video, spiega così all'Adnkronos le dinamiche di una serata che agita gli animi del partito democratico a un mese dalle elezioni.
Una miccia scoppiata, come lasciano intendere un po' tutti i protagonisti, su una base di esplosivo già presente. "Una battuta sul vino un po’ infelice ha poi fatto degenerare il tutto - conferma il broker del frusinate -. Un pochino di tensione si respirava, ma nelle occasioni in cui ci siamo incontrati ho visto il gruppo sempre molto affiatato. Quella sera, un po' la stanchezza un po’ il vino, si è finiti per perdere il controllo e io, tutto il tempo impegnato a fare da paciere, mi sono ritrovato coinvolto. Ruberti ad un certo punto mi ha urlato 'toglimi le mani di dosso', 'ti rovino' e gli ho risposto che non avrebbe potuto rovinarmi, 'non c'entro nulla con la politica - gli ho detto - ho il mio lavoro, casomai mi ti compro ma non mi rovini'. È stata mia moglie a portarmi via, rimproverandomi che da paciere rischiavo di diventare un protagonista della lite. Avrei dovuto ascoltarmi e stare a casa, visto che sarei dovuto andare in bici il giorno dopo e non volevo né bere né fare tardi".
Quindi le scuse, ma non dal diretto responsabile. "La notte stessa Sara (Battisti, ndr.) si è scusata con noi e io con loro - conferma -. Ci siamo scritti e anche quei messaggi potranno confermare questo racconto. Perché so che alcuni vorrebbero un'altra verità, ma resteranno delusi. Perché non ho scritto a Ruberti? Non ho il suo numero, come credo lui non abbia il mio. Non ci siamo mai telefonati, ci siamo sempre incontrati in situazioni come queste o simili. Quella sera non abbiamo parlato di nulla, lui è arrivato quando noi eravamo già a tavola da tempo e si è seduto piuttosto lontano da me. Non si è mai alzato fino al momento del battibecco con Lampazzi ed eravamo distanti. Non c’è stata e non ci poteva essere nessuna conversazione privata tra noi perché c’erano altre persone nel mezzo".
A cena digerita, resta il 'boccone' delle polizze sanitarie e delle gare per gli appalti ora al vaglio della Regione Lazio. "Tengo a precisare che siamo assicuratori Asl da oltre 20 anni. Dei tre lotti più importanti, incendio, infortuni ed Rca, ad Unipolsai e Generali, che si sono presentate in coassicurazione (quota 60% e 40%), è stato aggiudicato solo il lotto incendio. Nella precedente gara ad Unipolsai e Generali sempre in coassicurazione (quota 50% e 50%) furono invece aggiudicati i lotti incendio e infortuni mentre Unipolsai rimase aggiudicataria anche del lotto Rca. Non si può dunque ipotizzare nessun favoritismo - ribadisce Vladimiro De Angelis all’Adnkronos - visto che nell'ultima gara due dei tre lotti prima detenuti sono stati aggiudicati a Lloyd's e Amissima. In una gara aperta a procedura europea al massimo ribasso non c’è Direttore Generale o Dirigente che possa influire sull’esito della stessa. Aggiungerei due piccoli particolari: la gara è del 2021, la cena di cui tanto si parla è del 2022 e nei tre lotti aggiudicati la Unipolsai (incendio con Generali) è stata l’unica impresa a formulare un’offerta. Si tende sempre a volerci infilare la politica ma non è così. Unipol si è aggiudicata le gare regolarmente, così come se li è aggiudicati regolarmente durante anche durante i Governi Storace e Polverini".
"Circa le motivazioni delle proroghe non saprei rispondere - aggiunge - anche se posso immaginare che nell'ultimo periodo siano attribuibili al Covid. I premi di aggiudicazione che leggo sono riferiti all'intero periodo coperto dalla gara e non all'anno e nel caso del lotto più importante esso va suddiviso in quota Unipolsai/Generali".
"Sono assolutamente sereno - conclude Vladimiro De Angelis - perché alla fine la verità verrà accertata anche se quando accadrà il popolo dei social avrà già emesso la propria sentenza".