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Rianimatori: "Dato terapie intensive basso ma è inizio curva esponenziale"

Vergallo (Aaroi-Emac): "Questa è seconda ondata e rischio è alto soprattutto in regioni non investite dalla prima"

(Fotogramma)
(Fotogramma)
13 ottobre 2020 | 10.52
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"Questa non è la risacca della prima ondata, è una vera e propria seconda ondata. Noi vediamo oggi una fotografia degli effetti di contagi avvenuti 2-3 settimane addietro. Per questo dobbiamo cercare di immaginare in prospettiva quella che sarà la fotografia di oggi che vedremo fra 3 settimane. I numeri delle persone in rianimazione ci dicono una cosa: nel giro di poco più di una settimana siamo passati da 200 a circa 450. Sono di fatto raddoppiati in questo arco di tempo. Il numero è relativamente basso, ma dimostra che non siamo di fronte ad una curva lineare, bensì a un'iniziale curva esponenziale, questo è il rischio". E' l'analisi di Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica), intervenuto alla trasmissione 'L'imprenditore e gli altri', condotta dal fondatore dell'UniCusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv.

Il rischio, sottolinea Vergallo, "è alto soprattutto nelle regioni che non hanno affrontato l'onda pandemica iniziale. Questa è una vera e propria seconda ondata, per questo lanciamo il messaggio di tenere alta l'attenzione". E' un'ondata che "ha un culmine più basso come numeri solo perché si sono poste in atto nel frattempo tutte le misure di contenimento sociale. E' chiaro che con la ripresa c'era da attendersi un rialzo, ma questo non significa abbassare la guardia", incalza l'esperto.

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