"E' solo un'ipotesi ma ci sono indizi di mancato compenso ormonale che dà gonfiore, sbalzi d'umore e nervosismo"
Più che un cancro, potrebbe essere "una disfunzione tiroidea, un ipertiroidismo", la malattia del presidente russo Vladimir Putin, sulle cui condizioni di salute sono puntati i riflettori dei media internazionali che seguono il conflitto in Ucraina, e che per lo 'Zar' hanno ipotizzato finora diverse patologie, ultima in ordine di tempo il tumore tiroideo. Ne parla con l'Adnkronos Salute Rocco Bellantone, chirurgo endocrino, direttore Governo clinico della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università Cattolica.
"Sono abbastanza perplesso nel fare questi discorsi basati un po' sul nulla, perché non ci sono gli elementi per dire granché - tiene a premettere l'esperto - Forse però, ma molto 'a naso', più che un tumore alla tiroide potrebbe esserci una disfunzione tiroidea, un ipertiroidismo". Lo sguardo dello specialista qualche indizio lo vede: "C'è un aspetto generale del fisico" di Putin, osserva Bellantone, "che potrebbe far pensare a un problema di compenso ormonale tiroideo. Quindi, se proprio vogliamo andare nel campo delle ipotesi - ribadisce - potrebbe essere, invece di un cancro, un'alterazione che gli dà ipertiroidismo".
Si tratta infatti, ricorda il medico, di "una condizione che si scatena in particolare nello stress, che dà sbalzi d'umore e che, se mal compensata, si associa anche a quel gonfiore che sembra vedersi in televisione" sul viso del leader russo. Ma "soprattutto l'ipertiroidismo dà insonnia, nervosismo e agitazione. Però - ripete Bellantone - voglio precisare che siamo veramente nel campo delle ipotesi".