Il virologo: "Usarle con buon senso quando serve. Trend contagi in rialzo da 3 settimane aspettiamo a dire stop a quarantena positivi"
Un'altra estate con le mascherine in spiaggia? Forse non da indossare ogni volta che si incrocia un compagno di bagnasciuga, come i più diligenti hanno fatto nel 2020 e nel 2021, ma da portare con sé per usarle all'occorrenza "assolutamente sì". Provocato sull'argomento, con un sorriso risponde così all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco. Il docente di Igiene all'università Statale di Milano, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi, rilancia pervicace la sua metafora: "Sarei per utilizzarle come gli occhiali da soli, quando servono e con buon senso".
Il rialzo del contagi Sars-CoV-2 spinto dall'avanzata della sottovariante Omicron 5, secondo l'esperto è l'occasione "per ribadirlo ancora una volta e ancora di più: quando ci sono momenti di assembramento la mascherina serve", in ogni contesto aperto o chiuso che sia, quindi anche in riva al mare. Certo non in acqua, magari non per parlare con il vicino di ombrellone, però al bar dello stabilimento forse sì, o in coda alla toilette, o per sentirsi più tranquilli all'ora dell'aperitivo.
Sull'ipotesi avanzata dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, di eliminare a breve l'obbligo di quarantena per le persone contagiate dal coronavirus Sars-CoV-2, Preglisco frena. "Direi che prima di liberare i positivi sarà meglio aspettare un attimo", afferma anche alla luce dei dati del monitoraggio settimanale Covid-19 di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute: "Il trend mostra come ci sia un incremento ormai da 3 settimane", spiega il medico all'Adnkronos Salute, tenendo a "ribadire che siamo in una fase di transizione, con onde che sperabilmente non dovrebbero incrementare troppo gli aspetti più tristi della malattia, grazie alla gran quota di vaccinati. Però non sottovalutiamo la situazione".
La crescita dell'incidenza, e questa settimana anche un po' di Rt e ricoveri non in terapia intensiva, "dipende da diversi fattori", sottolinea il docente di Igiene dell'università Statale di Milano, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi: "La libertà maggiore che ci siamo concessi, perché per certi versi era necessario ed era il momento per farlo, sicuramente gioca un ruolo perché significa maggiori occasioni di entrare in contatto con altre persone" e "sappiamo che ogni contatto comporta un certo rischio. E poi sicuramente c'è Omicron 5" che cresce: secondo la flash survey diffusa oggi dall'Iss, il 7 giugno superava già il 23% con punte del 50% in Molise, del 70% in Basilicata e addirittura del 100% in Valle d'Aosta.
Pregliasco invita dunque ad "aspettare a eliminare l'isolamento per i positivi, anche se è chiaro che è un'azione non completamente incisiva - osserva l'esperto - perché molti positivi in realtà non li vediamo, visto che non si sottopongono a un tampone 'ufficiale' e quindi non si fanno tracciare".