Oltre 2.200 trapianti eseguiti in venti anni, di cui 245 trapianti pediatrici. Più di 1.200 i trapianti di fegato, di cui 138 da donatore vivente. Sono solo alcuni numeri snocciolati oggi, a Villa Zito a Palermo, in occasione del 20esimo anniversario del primo trapianto eseguito all'Ismett di Palermo. Era una calda giornata di luglio e il trapianto di fegato fu un evento che cambiò il volto della sanità siciliana, dando una nuova speranza ai pazienti affetti da insufficienze terminali d’organo. In Sicilia e in tutto il Sud Italia – fino alla nascita dell’Ismett - non esisteva, infatti, nemmeno un istituto attivo nel settore del trapianto di fegato, fatto che imponeva a medici e pazienti una scelta tra la morte certa o il tentativo di un viaggio fuori dalla regione o all'estero.
La Regione Siciliana, fino al 1999, è stata, quindi, costretta a sostenere costi per centinaia di miliardi di vecchie lire per trasferire i pazienti siciliani che avevano bisogno di un trapianto e di terapie di alta specializzazione in altre strutture in Italia e all’estero. A ciò si aggiungevano gravi i disagi di pazienti in condizioni terminali e delle loro famiglie che spesso si trovavano in paesi dei quali non conoscevano neppure la lingua. La nascita dell’Istituto ha posto un freno ai cosiddetti “viaggi della speranza” e garantito cure di alta specializzazione ai pazienti siciliani nella loro regione. Alla celebrazione dei 20 anni della fondazione dell'Istituto a Palermo che prevede una due giorni dal tema "Immaginando il futuro del trapianto di fegato" erano presenti il ceo di Ismett Angelo Luca, il sindaco Leoluca Orlando, l'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, l'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice. E ancora, Camillo Ricordi, presidente Ismett, di Alessandro Padova, presidente Ri.Med., di Bruno Gridelli, managing director Umpc Italy, di Jeffrey Romoff, presidente Upmc, di Lewis Eiserberg, ambasciatore Usa in Italia intervenuto con un videomessaggio. La ministra per la Salute Giulia Grillo ha mandato un messaggio.
Al 30 maggio i trapianti eseguiti all'Ismett dal luglio 1999 erano 2.197 "ma nel frattempo - dice Gridelli - hanno superato quota 2.200". L’8 per cento dei pazienti curati lo scorso anno in Ismett, viene da fuori regione o da altri Paesi. Ismett è, quindi, riuscito in questi 20 anni non solo a porre un freno ai viaggi della speranza ma anche ad invertire la rotta.
L’Istituto, nato da una sperimentazione gestionale che ha avviato un partenariato pubblico - privato internazionale no profit, è stato il primo ospedale italiano dedicato interamente ai trapianti di tutti gli organi solidi (fegato, rene, cuore, polmone, pancreas). Sono 114 i posti letto di cui dispone l’Istituto, di questi 20 sono di Terapia Intensiva e 10 sono quelli destinati alla Pediatria Addominale. Lo scorso anno, il numero dei ricoveri ordinari è stato di 2779, 1585 le sedute di Sala Operatoria. In Ismett lavorano attualmente 887 dipendenti, equamente distribuiti fra uomini e donne.
Dal 2014 è stato riconosciuto ad Ismett il carattere di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) per la cura e la ricerca delle insufficienze terminali d'organo. Sono 786 gli articoli pubblicati, 91 i trial clinici già effettuati e 22 quelli in fase di valutazione. In questi 20 anni, infine, Ismett ha attratto in Sicilia fondi per 41.085.739 di euro ottenuti grazie a progetti di ricerca.
E proprio per consentire a Ismett di avviare progetti di ricerca sempre più ambiziosi, a giugno del 2017 è entrata a far parte della compagine societaria dell’Istituto la Fondazione Ri.MED. Scopo della Fondazione, che ha sede a Palermo, è promuovere, sostenere e condurre, direttamente o indirettamente, progetti e programmi di ricerca nel campo delle biotecnologie con particolare riferimento alla trasferibilità dei risultati nell’area biomedica. Il progetto più ambizioso è la creazione a Carini del Centro di Ricerca di Biomedicina e Biotecnologie (Crbb).
Nei piani futuri dell’Istituto: la creazione del cosiddetto cluster di ricerca Ismett-Rimed. "Un progetto importante, che rientra nell’accordo decennale siglato con la Regione Siciliana lo scorso dicembre, e che ha come obiettivo la creazione di un nuovo ospedale da costruire nei pressi del Crbb, così da garantire la completa integrazione fra medici e ricercatori".