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Padre Pio, il comitato Brunatto contro sindaco San Giovanni Rotondo

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19 ottobre 2020 | 12.57
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In una lettera aperta a Michele Crisetti, sindaco di San Giovanni Rotondo", paese di Padre Pio, il portavoce del Comitato "Emanuele Brunatto" (dal nome del figlio spirituale del frate, uomo di carità e appassionato difensore di Padre Pio) si dice "stanco e deluso delle sue continue offese alla memoria di Emanuele Brunatto, offese fatte in modo sistematico negli ultimi 13 mesi, mettendo in atto sottili e viscide manovre, che non sono solo un oltraggio alla nostra intelligenza, ma soprattutto - afferma il portavoce Stefano De Bonis - hanno perpetuato una vera e propria continua violenza ai danni della nostra Comunità, di cui lei avrebbe dovuto difenderne i valori. Ci permetta di dirle che, facendo venir meno la sua presenza e non avendo delegato nessuno della sua giunta a presenziare istituzionalmente gli appuntamenti in programma, si è dimostrato non all’altezza dello scranno che occupa. Ma non è tutto. Nonostante il sacrificio di una vita intera, quella di Brunatto, spesa nella difesa di Padre Pio, abbia avuto pubblico riconoscimento, in presenza e in atti documentali, da Sua Eccellenza il Vescovo Moscone, i Frati Cappuccini, Gianni Letta, la Direzione Generale di Casa Sollievo della Sofferenza e dalla Segreteria di Stato Vaticano (in nome e per conto di Papa Francesco), a lei è sembrato eccessivo il riconoscere da Primo Cittadino, il merito di Brunatto nella difesa di Padre Pio".

A detta di De Bonis, il sindaco "con la sua condotta, ha puntato il dito contro Brunatto, a dispetto della Chiesa e del Popolo della sua Città. Può spiegarci il perché? Di cosa lei accusa Brunatto per non aver meritato la presenza delle Istituzioni della nostra Città? Ci permetta di dirle che la sua assenza, ha prodotto uno sgarbo istituzionale imperdonabile nei confronti delle importanti autorità presenti ai vari appuntamenti, sia della Chiesa che del mondo civile. Snobbando l'importanza dell'evento - continua De Bonis - non ha voluto riconoscere pubblicamente e da Primo Cittadino, il sacrificio di una vita intera, quella di Emanuele Brunatto, vissuta con un valore a lei forse sconosciuto: difendere la verità. E nel difendere la genuinità di Padre Pio, Brunatto ha impedito il suo trasferimento in altro luogo, facendo diventare grande la Città di San Giovanni Rotondo".

Ma c'è di più: "L’onore e l’onere del suo alto compito istituzionale, in questo storico evento, “la traslazione delle spoglie mortali di Emanuele Brunatto”, era quello di rappresentare degnamente la “Generosità del Suo Popolo”. Non doveva e non poteva esimersi dall’esternare il sentimento unanime del Popolo di San Giovanni Rotondo: difendere la verità! Verità di cui Brunatto, insieme al suo, sì, degno predecessore, il cav. Morcaldi, sono stati per l’intera loro esistenza terrena, strenui difensori. Mancando tutti gli appuntamenti e facendosi cancellare dal programma ufficiale dell’evento - insiste De Bonis - lei ha disonorato la sua comunità e si è messo contro la Storia. E’ stato visto al Cimitero, così ci dicono, senza mai avvicinarsi al feretro, senza mai salutare il figlio François e famiglia Brunatto, senza portare un omaggio floreale … in questo modo lei “pensava” di crearsi un alibi per giustificare la totale assenza a tutte le cerimonie. Purtroppo lei, non solo ha boicottato nei fatti l’intero evento, ma ha privato la nostra comunità di viverne completamente la gioia".

De Bonis così conclude: "La sua mancata pubblica rappresentazione del sentimento unanime del nostro popolo: la generosa riconoscenza dei sacrifici di una vita intera, quella di Brunatto, vissuta per affermare la verità contro le menzogne e le mistificazioni messe in piedi per l’intero secolo scorso ai danni del nostro amato Padre Pio, è stata gravissima. Abbiamo lucida memoria della forza e dell’orgoglio che la nostra comunità ha nel difendere la verità, capace anche di armarsi per difenderla. Orgoglio messo sotto i piedi da chi occupa lo scranno più alto di Palazzo San Francesco dimostrandosi ancora una volta inadeguato e soprattutto compiacente di un vecchio apparato clericale, che ancora esiste nella nostra Città e non accetta, ad un secolo di distanza, che Brunatto abbia smascherato un maldestro modo di vivere la fede, di alti prelati che condannavano la genuinità di Padre Pio negli anni '20".

Rivolto al sindaco - conclude De Bonis - "lei non solo ha mancato nel difendere l’orgoglio del nostro “Popolo Generoso” (generosità sempre riconosciuta da Padre Pio in vita), ma l’ha letteralmente calpestata e messa sotto i suoi piedi. Vogliamo ricordarle, infine, che nel difendere la genuinità di Padre Pio e il miracolo che il Signore stava realizzando a San Giovanni Rotondo, la sua “Generosa Comunità”, nel tempo, ha sempre dimostrato riconoscenza e gratitudine a tutti i figli spirituali di Padre Pio ed in special modo a Brunatto e Morcaldi, che più di altri difesero il nostro Santo, durante il periodo della tormenta 1923-1933, intitolandone strade e proferendogli Menzioni e Speciali Benemerenze. Ringraziamo il Signore e le Amministrazioni Comunali precedenti alla sua, per la intitolazione di una strada e la “Speciale Benemerenza con assegnazione di spazio cimiteriale” …… e meno male! Oggi con lei al governo della Città di San Pio, non avremmo potuto coronare il desiderio del nostro Santo e il sogno di Brunatto: il ritorno a casa, dal suo Padre Spirituale".

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