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Operaio morto alla Farnesina, "funzionario sentì urla ma carabinieri non trovarono nessuno"

La segnalazione mercoledì pomeriggio. Disposta consulenza su funzionamento cabina ascensore, oggi l’autopsia

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
02 maggio 2022 | 13.07
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Operaio morto alla Farnesina, mercoledì scorso un funzionario sentì alcune urla ‘aiuto, aiuto’ e si rivolse ai carabinieri del presidio interno al ministero degli Esteri che effettuarono un sopralluogo senza però trovare nessuno. E' quanto si legge in una nota di servizio finita ora agli atti dell’inchiesta aperta a piazzale Clodio, affidata al pm Antonino Di Maio, sulla morte di Fabio Palotti, l’operaio 39enne è morto schiacciato mentre lavorava alla manutenzione di un ascensore alla Farnesina. Una segnalazione, avvenuta tra le 18.25 e le 19 di mercoledì 27 aprile. E alla stessa ora risale anche l’ultimo segnale del telefono cellulare della vittima che fino a poco prima aveva scambiato alcuni messaggi con amici e colleghi.

"Un cellulare personale, che a differenza di quello di servizio, non è stato ancora trovato. Questo èun punto che va chiarito", aveva spiegato nei giorni scorsi l’avvocato Michele Montesoro, legale dei familiari dell’operaio. 

Sul corpo della vittima oggi verrà effettuata l’autopsia presso il Policlinico Gemelli che dovrà chiarire se l’operaio è morto sul colpo e se la morte risale già a mercoledì pomeriggio quando il suo telefono ha smesso di essere attivo. Gli inquirenti hanno accertato finora che l’operaio, che lavorava per una ditta che si occupava stabilmente della manutenzione interna al ministero degli Esteri, al momento dell’incidente lavorava da solo come accadeva di solito per questo tipo di interventi, con un operaio in turno di mattina e uno al pomeriggio. Il pm ha inoltre disposto una consulenza sul funzionamento della cabina ascensore dove è avvenuto l’incidente. 

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