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Open Arms, Tribunale ministri: "Salvini ha ignorato emergenza sanitaria"

"Obbligatorio salvataggio in mare". L'ex ministro indagato per sequestro di persona

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
01 febbraio 2020 | 18.26
LETTURA: 4 minuti

di Elvira Terranova

L'ex ministro Matteo Salvini, nell'agosto 2019, ha "volutamente ignorato l'emergenza sanitaria" a bordo della nave Open Arms della ong spagnola, che aveva salvato 164 persone nel Mare Mediterraneo. E' quanto scrive il Tribunale dei ministri di Palermo nella richiesta, lunga 110 pagine, di autorizzazione a procedere per il leader della Lega accusato di sequestro di persona e omissione d'atti d'ufficio in concorso. Reati commessi dal 14 al 20 agosto 2019 ''per la conseguente privazione della libertà personale di numerosi migranti''. Il Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, lo scorso novembre aveva condiviso le ipotesi di reato con le quali il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio gli aveva inviato il fascicolo sul caso Open Arms. E adesso il Tribunale dei ministri di Palermo ha accolto la richiesta delle due procure. Secondo le tre giudici il decreto sicurezza non può essere applicato a navi che soccorrono persone in difficoltà perché "il soccorso in mare è obbligatorio". Salvini era stato indagato ad Agrigento per aver impedito ad agosto del 2019 lo sbarco e trattenuto a bordo della Open Arms.

E' un duro atto di accusa quello delle tre giudici - tutte donne - nei confronti dell'ex ministro che ribadiscono quanto, in quei giorni, Salvini abbia "scientemente" "ignorato l'emergenza sanitaria mettendo veti alle autorità locali". Ricordano anche che il politico non aveva fatto scendere i minori a bordo "nonostante un provvedimento del tribunale dei minori". Per le giudici ha anche "ignorato il Tar del Lazio con interpretazioni giuridiche" non valide.

Le giudici del Tribunale dei ministri di Palermo hanno anche ricordato che lo stesso Salvini aveva formalizzato il suo diniego al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte assumendosi la responsabilità politica. Mentre gli allora ministri Elisabetta Trenta, alla Difesa, e Danilo Toninelli, alle Infrastrutture, non vollero reiterare il divieto di ingresso dopo l'annullamento del Tar.

Allora il Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che iscrisse nel registro degli indagati Salvini, ordinò il sequestro della nave ma anche dei migranti a terra. Dopo 19 giorni, dopo un lungo braccio di ferro tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il governo spagnolo. "L’incubo è finito", aveva twittato sul suo profilo la Ong spagnola Proactiva. Da lì a poco Patronaggio aveva iscritto nel registro degli indagati Salvini, ma anche il suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi. Secondo i magistrati Piantedosi era a capo della catena di comando nelle decisioni sull'approdo dei migranti.

Una terna tutta al femminile, composta da Caterina Greco, Lucia Fontana e Maria Cirrincione. La Presidente è Caterina Greco, la più anziana, così come prevede la legge. Una composizione diversa, dunque, rispetto al Tribunale dei ministri che si occupò di Salvini, composto da Fabio Pilato - presidente - Giuseppe Sidoti e Filippo Serio, nel caso della nave della Guardia costiera italiana Diciotti. Le giudici hanno ribadito che le vite in mare "vanno salvate" parlando di "obbligo di salvataggio" nonostante, dunque, i decreti di sicurezza emanati dal precedente governo. Quindi per il Tribunale dei ministri Salvini avrebbe "volutamente limitato la libertà delle persone a bordo della Open Arms", anche "per i minori" e che il suo "è stato un atto amministrativo e non politico". In sostanza le tre giudici hanno recepito quasi totalmente la richiesta avanzata dalla Procura di Palermo. Secondo i pm, infatti, "c'è sempre l'obbligo di indicare il pos, cioè un porto sicuro e di intervento".

Un anno e mezzo fa per il caso Diciotti, un caso analogo, il Tribunale dei ministri di Palermo dichiarò l'incompetenza territoriale e inviò gli atti a Catania, dove i colleghi decisero di mandare le carte al Senato. Qui fu votato il no all'autorizzazione a procedere per l'ex ministro. Più di recente un'altra richiesta di autorizzazione a procedere: lo scorso gennaio è arrivato il via libera della Giunta delle immunità del Senato al processo a Matteo Salvini sull’ipotesi di accusa di sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti. La Giunta ha respinto la proposta del presidente Maurizio Gasparri (Fi) di negare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno del primo governo Conte. Contro la proposta hanno votato i 5 senatori della Lega, a favore invece i 4 di Forza Italia e Alberto Balboni di Fratelli d’Italia. La maggioranza è uscita dall'aula della Commissione. Sarà adesso il Parlamento a votare.

Nel frattempo, è arrivata una nuova richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini, che ribadisce in un post sui social: "Pensano di farmi paura? No, perché ritengo di fare, bene o male il mio lavoro, il mio dovere, di aver difeso confini, interesse sicurezza e onore del nostro paese". "Ormai è come la collezione delle figurine Panini, c'è chi colleziona calciatori, chi richieste di processi". "Se mai a processo ci dovranno andare coloro che avranno svenduto il nostro paese, aziende, risparmi e futuro degli italiani. Verrà il giorno in cui dovranno rispondere di quel che non hanno fatto i politici prima e dopo di me", ha aggiunto Salvini sui social.

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