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Omicron 5, virologi: "Virus più contagioso al mondo"

Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), invita "non sottovalutare" la sottovariante. Ma su isolamento dei positivi a Covid, mascherine e vaccini, "la stagione degli obblighi è finita", precisa. E in vista dell'autunno avverte: "Territorio impreparato, rafforzare cure domiciliari o sarà caos ospedali"

Fotogramma /Ipa
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27 giugno 2022 | 13.42
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Sars-CoV-2, nella 'versione' Omicron 5, "forse oggi può essere considerato il virus più contagioso al mondo e proprio in questa caratteristica sta la sua pericolosità": rispetto al coronavirus che ci ha travolto come uno tsunami nelle prime fasi della pandemia "è sicuramente meno aggressivo, ma resta problematico perché nel provocare tante infezioni può arrivare facilmente anche alle persone più fragili". In un'intervista all'Adnkronos Salute Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), invita "non sottovalutare" la sottovariante Omicron BA.5 destinata a diventare dominante. Un monito che l'esperto lancia soprattutto in vista dell'autunno perché "a ottobre il virus ritornerà", avverte, mentre l'ondata attuale è "la sorpresa che non ci si aspettava", che però "potrebbe essere solo una fiammata fugace".

"FIAMMATA ESTIVA" - "Viviamo sicuramente un rialzo che in questo momento non ci attendevamo", spiega lo specialista, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili, perché Sars-CoV-2 resta "un virus respiratorio" che in quanto totale "durante il periodo estivo si sarebbe dovuto trovare in una fase di remissione. Sapevamo che Omicron 5 riesce a infettare persone già vaccinate o guarite da un'infezione associata a precedenti varianti, quindi che in qualche modo è in grado di 'bucare' l'immunità vaccinale e quella naturale" in termini di capacità infettiva, ferma restando la protezione contro le forme più gravi di malattia Covid-19. "Però pensavamo che colpisse un po' più avanti, non adesso", osserva Caruso.

"Tuttavia - precisa - quella in corso potrebbe essere una fiammata e nient'altro, come abbiamo visto succedere in altri Paesi, per esempio in Portogallo. Noi siamo un po' in ritardo", dunque ancora con una curva in crescita, "ma speriamo intorno a fine luglio, superato il picco, si possa avere un agosto più tranquillo che permetta di vivere vacanze serene".

Ma la corsa di Omicron 5, meno cattiva come le altre 'sorelle' della famiglia Omicron, è una cosa buona oppure no? L'avvento di "Omicron BA.5 - risponde il presidente dei virologi italiani - ci dice che il virus Sars-CoV-2 continua a evolversi e sicuramente questa caratteristica di riuscire a contagiare un po' in tutti non è una buona notizia, perché infettando su grandi numeri Omicron 5 può raggiungere più facilmente anche le fasce fragili. Se è vero che la maggior parte di noi, o per la vaccinazione o per l'infezione naturale o per entrambe, ha sviluppato una base immunologica importante" e mantiene uno 'scudo' contro Covid grave, "dobbiamo fare comunque molta attenzione e proteggere chi questa base immunologica non ce l'ha: appunto le categorie più a rischio di patologia seria".

Insomma, il virus non si è ancora raffreddorizzato? "Certamente gli studi virologici ci dicono che Sars-CoV-2 è cambiato e che non colpisce i polmoni nello stesso modo di prima", premette l'esperto, ipotizzando che "le morti che continuiamo a vedere purtroppo ogni giorno" siano "collegate non a polmoniti virali classiche, bensì a complicanze diverse in pazienti già compromessi da diverse concause. Tuttavia, come tutti i virus, se attacca una persona senza difese immunitarie anche Omicron BA.5 può far male. Del resto - puntualizza lo specialista - può farlo anche la 'semplice' influenza che banale non è".

"STOP ISOLAMENTO POSITIVI" - "Il virus è endemico, ci sono tantissimi positivi a Covid ed è diventato ormai impossibile tracciare e quarantenare tutti". E' alla luce di questo quadro che, secondo Caruso, "dal punto di vista pratico è una profonda ingiustizia che vengano costrette in casa le persone positive" ufficialmente, quelle che accettano di sottoporsi ai tamponi che fanno partire la procedura di isolamento. "Così si forza la mano e si inducono moltissimi positivi a non dichiararsi". In altre parole, l'obbligo di quarantena per i contagiati alimenta il sommerso e la circolazione non controllata di Sars-CoV-2, mentre passare dall'imposizione alla responsabilizzazione "sarebbe una cosa di buon senso", dichiara l'esperto.

"Io dico questo", chiarisce: "Chi è positivo a Covid e ha sintomi, perché solo chi li ha può accertarsi di essersi infettato, andrebbe responsabilizzato a restare a casa fino a quando i disturbi spariscono. Dopo di che può indossare una mascherina e tornare anche al lavoro, quindi rifare un test che certifichi l'avvenuta negativizzazione".

Positivi isolati, dunque, ma non per obbligo bensì per responsabilità individuale, "con la convinzione che per proteggere se stessi e soprattutto gli altri è giusto non uscire. Imporlo - ribadisce lo specialista - significa spingere i contagiati a nasconderlo, invece se si arriva a una responsabilizzazione collettiva si controlla anche meglio l'epidemia".

"OBBLIGO ANACRONISTICO" - Quarantena dei positivi a Covid, mascherina, vaccini. "Per tutto, continuare oggi a imporre obblighi sarebbe anacronistico. La stagione dell'obbligo è finita, è iniziato il tempo della responsabilità", è il messaggio di Caruso che sul fronte immunizzazioni in vista dell'autunno concorda con il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli: "E' giusto prospettare una vaccinazione anti Sars-CoV-2 per gli over 60 - spiega l'esperto - ma assolutamente no all'obbligo. Anche il vaccino dovrà essere volontario, fortemente consigliato alle categorie più a rischio, in modo identico a come si fa con l'antinfluenzale".

"L'obbligo - analizza Caruso - si inseriva in un momento di grande gravità e di poca conoscenza del virus, in una fase in cui il nuovo coronaviurs colpiva forte e duro, scendeva in profondità provocando polmoniti mortali. Allora era certamente necessario imporre un lockdown, regole di protezione in tutte le interazioni fra persone e la vaccinazione. Oggi sappiamo che il virus non è certamente quello più di quello di prima. E' sempre pericoloso e bisogna dirlo - tiene a ribadire - perché non è ancora una 'semplice influenza'. Però abbiamo una base immunitaria importante e allora a questo punto tuteliamo i fragili, gli indifesi, quelli che veramente hanno e avranno bisogno di essere protetti".

"Tutti dovremmo ormai sapere che cos'è questo virus - ragiona il numero uno della Siv-Isv - Tutti dovremmo conoscerne la pericolosità e ognuno di noi, in coscienza, dovrebbe chiedersi: voglio approfittare del vaccino efficace e sicuro che lo Stato mi offre gratuitamente, per tutelare me e gli altri? Voglio continuare a indossare la mascherina come prassi nelle situazioni di rischio, per il bene mio e per quello degli altri? Non dico in ambiente sanitario, ma nell'ambito della comunità - è la visione dello specialista - chi vuole proteggersi e proteggere lo faccia, nella convinzione personale che è giusto e utile, in un'ottica di responsabilità individuale. Lavoriamo su questo".

"IN AUTUNNO RISCHIO CAOS OSPEDALI" - "Dopo questa fiammata d'estate, in autunno Covid ritornerà e quello che vedo è che non siamo preparati a livello territoriale. Ciò di cui ho paura è che con la prossima stagione possa verificarsi di nuovo un intasamento dei pronto soccorso, con persone che al primo sintomo più serio rispetto al comune raffreddore si riversano sugli ospedali", facendoli ripiombare nel caos già vissuto e paralizzando l'assistenza agli altri malati. Caruso non usa mezzi termini per esprimere i suoi timori: "Non vedo segnali che sul territorio si stiano prendendo i necessari provvedimenti per far sì che la maggior parte dei pazienti possa beneficiare di cure domiciliari contro Covid-19" e scongiurare il pericolo tilt, avverte l'esperto, lanciando un appello al ministero della Salute.

"Un po' per il carico enorme di burocrazia che grava sulle spalle dei medici di famiglia, anche a causa di tanti tamponi evitabili, un po' forse per difendersi da possibili conseguenze - analizza lo specialista - gli antivirali orali ci sono, ma non vengono ancora prescritti abbastanza; gli anticorpi monoclonali ci sono, ma si usano ancora troppo poco. E' necessario mettere i medici di medicina generale nelle condizioni di non temere ripercussioni di alcun tipo se prescrivono un farmaco che ritengono opportuno, nel dare cure a domicilio", esorta Caruso.

"Il medico di famiglia deve poter agire - incalza - deve essere liberato da pastoie burocratiche e paure che oggi frenano l'assistenza a casa, fuori dall'ospedale. Il medico deve sentirsi libero di operare in serenità sul territorio secondo competenza, però al momento purtroppo non vedo le condizioni perché questo avvenga. E' questo l'unico grosso problema che io prevedo per l'autunno", anche in 'era Omicron': "Tornare a intasare gli ospedali".

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