La donna era scomparsa da 2 settimane. Il 46enne ammette: "Ho ucciso per soldi, mi spiace, non volevo farlo"
"L'ho uccisa per soldi, l'ho accoltellata e poi tagliata in due, con i coltelli da cucina, l'ho avvolta in una coperta e l'ho nascosta nel soppalco". E' in sostanza quanto ha ammesso Domenico Livrieri, l'uomo accusato di omicidio, occultamento e vilipendio del cadavere di Marta Di Nardo, la 60enne vicina di casa.
"Ho colpito Marta al collo, non volevo, mi dispiace. Ho fatto tutto da solo", ha detto il 46enne, da tempo in cura per problemi psichiatrici, davanti ai carabinieri, dopo aver mangiato una pizza e aver fatto un riposino, quando gli sono state contestate le accuse mosse dal pm Leonardo Lesti.
L'uomo, in poche e confuse frasi, avrebbe anche affermato di essersi impossessato del bancomat della donna, anche lei in cura in una struttura psichiatrica, ma gli inquirenti non sono ancora in grado di stabilire se e quanti soldi sono stati prelevati. Dopo averla uccisa, incapace di liberarsi del corpo o di nasconderlo da solo, ha deciso di tagliarlo letteralmente in due - il luminol ha rilevato tracce molto diffuse nell'appartamento in via Pietro da Cortona - con dei coltelli da cucina (sequestrati), quindi di nasconderlo in un alto soppalco, poi per il forte odore sprigionato dal cadavere avrebbe deciso, secondo un'ipotesi investigativa, di andare più volte nell'abitazione della vittima 60enne.
La scomparsa della donna, di cui si erano perse le tracce da inizio mese, era stata denunciata solo lo scorso 17 ottobre. Il cadavere della donna è stato rinvenuto ieri, fatto a pezzi e in avanzato stato di decomposizione durante il sopralluogo effettuato all’interno dell’abitazione dell’uomo dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano e della Compagnia Milano P.ta Monforte, nel palazzo Aler di via Pietro da Cortona. Era avvolto in una coperta e nascosto in un soppalco all'interno della cucina.
In casa del fermato sono stati trovati alcuni effetti personali della donna e sono emerse tracce della presenza dell’uomo all’interno dell’abitazione della Di Nardo in un periodo successivo alla sua scomparsa.
Secondo gli inquirenti la 60enne è stata uccisa subito dopo che di lei si sono perse le tracce. Bisognerà attendere l'esito dell'autopsia, ma la convinzione dei carabinieri e del pm Leonardo Lesti è che la morte della donna - viste le condizioni del corpo - risalgono al giorno della scomparsa ossia il 4 ottobre scorso, quando c'è l'ultima telefonata tra i due, quando lui la chiama alle 8.28.
L'uomo fermato per il delitto e ora detenuto a San Vittore sarà interrogato, probabilmente lunedì, dal gip Alessandra Di Fazio.
Contro l'uomo, c'è anche un tentativo di fuga: il 16 ottobre, si legge nel provvedimento di fermo del pm di Milano Leonardo Lesti, è andato all'"aeroporto di Malpensa, a bordo di un taxi, verosimilmente nel tentativo di allontanarsi dal territorio nazionale, non riuscito probabilmente per la mancanza di idonee fonti economiche".
Nell'indagine "emergeva inoltre che, in occasione del viaggio a Malpensa, si disfaceva del proprio apparato telefonico, con tutta probabilità per non essere rintracciato, consegnandolo al tassista che lo aveva portato a Malpensa, in pegno della corsa non pagata". Il 46enne, dopo aver ucciso, avrebbe trovato più volte riparo a casa della donna - anche per sfuggire al cattivo odore presente nel suo appartamento - prima di liberarsi delle chiavi della casa della vittima, dopo aver già buttato la scheda sim del telefono della 60enne.