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Nuovo dpcm, spostamenti e seconde case: dubbi e chiarimenti

Nessun riferimento alle seconde abitazioni nel nuovo testo, ma resta in vigore la possibilità di rientrare nella propria abitazione

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16 gennaio 2021 | 13.33
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Nuovo dpcm in vigore da oggi con regole e misure sulla rinnovata stretta anti Covid fino al 5 marzo per quanto riguarda spostamenti, bar, movida e scuola. Ma resta un'incognita che sarà probabilmente chiarita solo con l'arrivo delle nuove Faq del governo: è consentito o meno lo spostamento verso le seconde case? Al momento infatti, e rispetto al dpcm precedente, l'opzione non è più citata nel testo e il riferimento resta per ora a spostamenti generici tra regioni e comuni, o per le visite ad amici e congiunti in zone gialle, arancioni e rosse. Di fatto, e fino a nuove disposizioni o chiarimenti, fino al 15 febbraio 2021 resta quindi sempre la possibilità di rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, oltre al divieto di spostamento fra Regioni e province con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.

Fino al 5 marzo, inoltre, è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5.00 e le ore 22.00, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti. E qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, come accade ad esempio nella zona arancione, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

Ma cosa si intende per 'abitazione', e vale anche per le seconde case? Questo il punto: secondo la spiegazione delle Faq del governo per la zona rossa, per 'abitazione' non c'è infatti una "precisa definizione tecnico-giuridica. Ai fini dell’applicazione del dpcm, dunque, l’abitazione va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuativi, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza (per esempio in alcuni giorni della settimana per motivi di lavoro, di studio o per altre esigenze), tuttavia sempre con esclusione delle seconde case utilizzate per le vacanze. Per fare un ulteriore esempio, le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si riuniscono ad esso con regolare frequenza e periodicità nella stessa abitazione, possono spostarsi per ricongiungersi nella stessa abitazione in cui sono soliti ritrovarsi". Quindi nessuna concessione per quanto riguarda la casa destinata alle vacanze, ma resta la possibilità di recarsi nell'abitazione del partner o, in ogni caso, dove si abita "di fatto con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuativi, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza". Alle Faq spetta ora sciogliere il nodo delle seconde case.

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