Il Cts aveva indicato l'adozione della zona rossa e delle restrizioni in base all'incidenza dei casi
Modifiche in arrivo per il nuovo Dpcm e la zona rossa? Il provvedimento è entrato in vigore il 6 marzo con misure e regole per contrastare la diffusione del coronavirus. In tempi brevi, se il contagio non dovesse frenare nell'arco di una settimana, potrebbero arrivare nuove restrizioni con criteri modificati. In particolare, la zona rossa potrebbe scattare automaticamente quando si verificano 250 casi covid ogni 100mila abitanti: il parametro era previsto tra le indicazioni fornite dal Cts al governo in vista del nuovo Dpcm varato. Oggi, il potere di far scattare la zona rossa in caso di alta incidenza rimane nelle mani dei governatori delle regioni. L'indicazione del Cts si basava sul principio di chiudere le scuole nelle aree ad alta incidenza e prevedere ulteriori misure accanto al provvedimento.
Domani, lunedì 8 marzo, si concretizza la stretta nelle 3 regioni che cambiano colore: Campania in zona rossa, Friuli Venezia Giulia e Veneto in zona arancione. Il monitoraggio dell'Iss ha fotografato il peggioramento del quadro generale, con l'indice Rt salito a 1.06 e cresciuto oltre la soglia di 1 dopo 7 settimane. Il quadro è completato dall'adozione della zona arancione rafforzata in Lombardia e dalla zona rossa locale in Emilia Romagna per le province di Bologna e Modena.
A delineare uno scenario fosco è Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute. L'Italia si avvia ad essere "travolta" dalla terza ondata del covid, dice ad Avvenire. "Avevamo avvertito e non siamo stati ascoltati, e ora l’Italia si avvia a essere travolta da una terza ondata epidemica, resa più impetuosa dalla contagiosità delle varianti virali e dalla irresponsabile arrendevolezza di molti decisori politici, a livello sia nazionale sia locale, che anziché anticipare il virus basando le decisioni sull’evidenza scientifica lo inseguono sulla base di fallaci opinioni o di pressioni di lobby di diversa tipologia", afferma,