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Nuovo Dpcm, il grido degli chef: "Stop alle 18 umiliante"

Colonna: "E' come dirci di chiudere". Bowerman: "Governo incapace prevedere seconda ondata, inammissibile". Berton: "Noi sicuri, governo doveva diversificare orari chiusure"

Nuovo Dpcm, il grido degli chef:
25 ottobre 2020 | 19.07
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"Ci stanno chiedendo di fare gli equilibristi, ma dipende su che diametro di fune viaggi e a che altitudine. Non hanno la dignità di ascoltare un qualsiasi personaggio della ristorazione e trovare un compromesso tra diritto e buon senso. Le 18 non sono niente, è come dirci di chiudere. Noi italiani siamo brave persone, non siamo i gilet gialli e non mettiamo a ferro e fuoco le città, ma questa cosa qui è umiliante". Lo dice, all'Adnkronos, lo chef Antonello Colonna nel commentare le misure restrittive contenute nel nuovo Dpcm.

"Il governo - sostiene - ci deve dare una rotta, e noi dobbiamo seguirla. Ora ci sta dando quella sbagliata, rischiamo di prendere gli scogli. Se i politici non sono in grado di mettere in acqua le navi, tornassero a fare le fotocopie che è anche difficile farle, è un'arte. Abbiamo figure che probabilmente, non più tardi di 4 anni fa le facevano e oggi fanno i ministri". Anche perché, ricorda ancora Colonna, "l'Italia è un Paese che si basa sul turismo, e non lo abbiamo capito ancora. I nostri pozzi di petrolio sono il turismo, sono il cibo che ci invidia tutto il mondo. Io capisco perfettamente che c'è di mezzo la salute e proprio perché è di mezzo, serve qualcuno che sappia guidare meglio", dice.

"L'Italia non è Milano, Napoli, Roma o Torino. L'Italia è Carsoli, sono i piccoli centri di provincia, perché far chiudere là i locali?", dice ancora Colonna. "Non voglio fare polemica - spiega - ma a Labico, dove ho un resort, non esiste la movida, ci sono due bar dove vanno dieci persone. Dietro al bancone c'è il figlio, a fare i panini la madre. In Italia il 90% delle attività è così. A Palestrina o a Zagarolo che movida c'è? Io questo attacco, perché nei paesini così si campa".

Secondo Colonna "ci stanno prendendo in giro. Per esempio - continua - a Milano è ripartita l'attività edilizia. Ma come fanno i cantieri aperti giorno e notte a rispettare le regole igieniche e sanitarie? Per assurdo preferirei una dittatura, un potere di polizia che aumenti la sicurezza. A Colleferro hanno ammazzato un ragazzo sotto alla caserma dei carabinieri. A Colleferro - sostiene lo chef - non c'è la movida, c'è la delinquenza".

"Ho deciso, dal 1 novembre organizzo rave party che aprono alle 6 e finiscono alle 12. Chiudo l'eccellenza e incasso 50mila euro al giorno", lancia allora la provocazione. "Consiglierò la categoria - dice - perché tanto se non lo farò io lo farà qualcun altro". Tornando serio, poi, Colonna spiega: "Provocazione a parte, potrei aprire alle 6 e chiudere alle 18 facendo tutto quello che riguarda colazione e pranzo. E' chiaro che non possono darci delle date, ma almeno mi auguro che tutto questo finisca il 24 novembre", conclude.

Bowerman: "Governo incapace prevedere seconda ondata, inammissibile"
"Non contesterei mai alcuna normativa che sia a tutela della salute pubblica e questo lo dico senza ombra di dubbio, anche come presidente degli Ambasciatori del gusto. Quello che contesto e lo contesto fermamente è l'incapacità del nostro governo di prevedere una seconda ondata". Così, all'Adnkronos, lo chef stellato Cristina Bowerman commenta la chiusura dei locali alle 18 secondo le norme contenute nel nuovo Dpcm. "Tutto il mondo sapeva che la situazione si sarebbe verificata e sembra da quello che è successo che siano stati colti di sorpresa. Questo è inammissibile. Non è possibile tenere l'intera popolazione e l'intera imprenditoria sospesa. Dal premier Conte - dice ancora - non c'è stata alcuna comunicazione. Parliamo di 3 Dpcm nell'arco di cinque giorni. Io non contesto, anzi per certi versi penso che sia a maggiore tutela una chiusura totale, ma quello che manca è la parte degli aiuti finanziari alle imprese che devono chiudere alle 18.

"E' inammissibile che un governo non possa immaginare che imprenditori siano impanicati - spiega ancora lo chef - perché non sanno cosa succederà. Giusto chiudere, previene morti e contagi, ma mi devi dire cosa succederà. So che devo chiudere e non so cosa riceverò. Ancora oggi non ho i codici per sgravarmi gli F24", aggiunge Bowerman che ripete: "Non è stato fatto accenno agli aiuti finanziari. E' giusto che siano dati, non è una concessione del governo. Sono soldi che abbiamo versato, soldi cui abbiamo il diritto all'accesso", conclude.

Berton: "Noi sicuri, governo doveva diversificare orari chiusure"
"Mettere tutti nello stesso pentolone non va bene: gran parte dei ristoratori rispettano le regole - il distanziamento, la sanificazione, il controllo di personale e clienti - per evitare qualsiasi contagio. Il ristorante è uno dei posti più sicuri dove la gente può stare e invece questa scelta del governo fa male a un settore che non lo merita. Nel Dpcm avrebbero dovuto diversificare gli orari di chiusura di un comparto che ha esigenze diverse: noi non possiamo essere comparati a un locale della movida". A parlare all'Adnkronos è lo chef stellato milanese Andrea Berton.

La prima ondata del Covid ha lasciato "finti aiuti del governo" alle categorie costrette a una chiusura anticipata e il nuovo Dpcm che torna a colpire il settore della ristorazione lascia poche speranze. "Dal governo ho ricevuto solo una parte della cassa integrazione, il resto sono rimaste delle promesse non concretizzate. Mi auguro che il governo sostenga il settore con contributi a fondo perduto perché sarebbe un aiuto reale", afferma ancora Berton. "Non abbiamo visto sgravi fiscali, sono stati ritardati dei pagamenti ma poi ho pagato senza avere incassato, non c'è stato nessun taglio delle tasse e non si è intervenuti sul costo del lavoro che è altissimo. Insomma non si sono sostenute davvero le aziende, dimenticando che questa situazione non è volontà degli imprenditori", aggiunge.

Da domani e fino al 24 novembre i ristoranti saranno costretti a chiudere alle 18, ma senza misure a sostegno del comparto "tra qualche mese vedremo il mortorio dei locali della ristorazione. Io ho anche due pizzeria a Milano che lavorano solo di sera, non ho fatto il calcolo delle perdite ma sono rilevanti: non è pensabile e conveniente aprire a pranzo. Questa scelta del governo è molto penalizzate e porterà danni molto importanti nei prossimi mesi", conclude.

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