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In Grecia

Nato bimbo con 3 genitori, è il primo in Europa

Immagine di repertorio (Xinhua)
Immagine di repertorio (Xinhua)
11 aprile 2019 | 12.43
LETTURA: 5 minuti

Nato in Grecia un bambino con tre genitori biologici. Il piccolo, sano e del peso di 3 chili, è infatti venuto al mondo grazie alla fecondazione in vitro effettuata utilizzando gli ovuli di due diverse donne (la madre e una donatrice) e il seme del padre. Il metodo, molto controverso e applicato per la prima volta in Europa dopo un caso in Messico, è stato messo a punto in primis per evitare la trasmissione di malattie mitocondriali. Ma può anche migliorare i tassi di successo della procreazione medicalmente assistita, dato che le stesse patologie si ipotizza possano rendere difficile la gravidanza.
"Il diritto inalienabile di una donna di diventare madre con il proprio materiale genetico - ha dichiarato alla Bbc News Panagiotis Psathas, presidente dell'Institute of Life di Atene - è diventato realtà. Siamo molto orgogliosi di annunciare un'innovazione internazionale nella riproduzione assistita, e ora siamo nella posizione di rendere possibile per le donne con più fallimenti alle spalle di fecondazione in vitro o rare malattie genetiche mitocondriali, di avere un bambino sano".
Il team greco ha lavorato in collaborazione con il centro spagnolo Embryotools, che ha annunciato che altre 24 donne stanno partecipando alla sperimentazione e altri 8 embrioni sono pronti per essere impiantati. La neomamma è una donna greca di 32 anni operata più volte per endometriosi e che si era sottoposta a quattro cicli infruttuosi di fecondazione in vitro. Suo figlio ha ora una piccola parte del suo corredo genetico appartenente alla donatrice, mentre i mitocondri hanno il Dna dei genitori.

"Si tratta di uno dei sistemi che oggi permettono di bypassare le mitocondriopatie, ormai alla portata di tutti i laboratori che fanno trattamenti di fecondazione in vitro. Non è una tecnica complicata e sembra non dia problemi di sicurezza una volta avviata la gravidanza. Ma genera un profondo dibattito bioetico, che potrebbe non avere mai fine, perché bisogna capire a che livello le persone e la società di oggi sono pronte ad accettare che un bambino possa avere tre genitori", afferma il genetista e direttore scientifico dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma Bruno Dallapiccola, componente del Consiglio superiore di sanità, commenta la notizia della nascita di un bebè in Grecia grazie alla tecnica di 'spindle transfer'.
Essa è basata sul trasferimento del genoma nucleare dall'ovocita di una donna con patologie nell'ovocita di una donatrice sana, a cui è stato rimosso il proprio genoma nucleare. Questo sistema è in generale destinato a impedire la trasmissione di malattie del Dna mitocondriale dalla madre al bambino, ma vengono oggi impiegate anche per il trattamento dell'infertilità causata da difetti associati al citoplasma negli ovociti. "Se infatti normalmente si ricorre alla donazione di gameti, in questo caso ovociti, ma la donna che porta avanti la gravidanza non sarà la madre biologica del bambino, con questa tecnica invece - spiega Dallapiccola - si garantisce la parentela genetica. Con il livello di possibilità di manipolazione dei gameti che oggi abbiamo a disposizione, la difficoltà non è però tecnica, quanto fortemente etica, e con diverse sfaccettature che difficilmente potranno essere risolte".

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