E' morto l'immunologo Fernando Aiuti, pioniere della lotta all'Aids. Fondatore dell'Anlaids, era ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma: aveva 83 anni. Aiuti, deceduto nella tarda mattinata di oggi, avrebbe perso la vita "per le complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza", precisa la Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, dove il medico era ricoverato nel reparto di Medicina generale "per il trattamento di una grave cardiopatia ischemica da cui era da tempo affetto e che lo aveva già costretto ad altri ricoveri e a trattamenti anche invasivi". "Più recentemente il quadro cardiologico" del professore nato a Urbino l'8 giugno del 1935, "si era aggravato evolvendo verso un franco scompenso cardiaco, in trattamento polifarmacologico", conclude la nota del Gemelli.
Sulla morte di Aiuti la procura di Roma, in attesa di una relazione da parte della Polizia scientifica, aprirà a breve un fascicolo per omicidio colposo o per istigazione al suicidio. L’ipotesi prevalente in Procura è che si tratti di suicidio: a far propendere per questa tesi sarebbero le pantofole lasciate sul gradino del quarto piano, come l’assenza di tracce ematiche o di altro genere su balaustre e rampe che possano indicare un tentativo di aggrapparsi durante la caduta. Aiuti, secondo quanto accertato, è precipitato dalla tromba delle scale dal quarto piano del reparto di medicina generale, dove era ricoverato, facendo un volo di una decina di metri. Il pm Laura Condemi, che ha compiuto un sopralluogo sul posto per i primissimi accertamenti, ha ascoltato i responsabili della sezione dove Aiuti era ricoverato ed ha disposto l'autopsia. Sarà il professor Costantino Ciallella dell'Università La Sapienza a verificare, oltre alla causa del decesso, se Aiuti avesse assunto un farmaco o se abbia avuto un malore.
"E' morto Fernando Aiuti, il mio uomo del bacio, grande immunologo e uomo, con lui ho litigato tantissime volte.. Ricordando l'uomo e il professore non posso fare altro che dire grazie per il suo enorme contributo alla lotta contro l'Aids", scrive su Twitter Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge e fondatrice di Nps Italia Onlus. Iardino, sieropositiva, quasi 30 anni fa fu protagonista di un bacio con l'immunologo per rilanciare la campagna di informazione sull'Hiv in Italia. Un bacio che fece molto scalpore ma che ruppe il muro di disinformazione sulla lotta all'Aids.
E' morto Fernando Aiuti, il mio uomo del bacio, grande immunologo e uomo, con lui ho litigato tantissime volte.. Ricordando l'uomo e il professore non posso fare altro che dire grazie per il suo enorme contributo alla lotta contro L'#AIDS. #FernandoAiuti #Immunologo pic.twitter.com/aeCfW7bezp
— Rosaria Iardino (@RosariaIardino) 9 gennaio 2019
"La scienza oggi piange un grande uomo: la scomparsa dell'immunologo Fernando Aiuti, punto di riferimento mondiale per la lotta all'Aids, mi rattrista molto. Sono certa che il suo grande impegno vivrà attraverso il lavoro di @Anlaids", commenta su Twitter la ministra della Salute, Giulia Grillo. "Quel bacio a Rosaria Iardino è un'immagine che ha fatto storia, non solo nella medicina. Al di là del suo significato e della lotta allo stigma contro l'Aids, si tratta di una vera e propria icona pop. La dimostrazione della grande personalità di Fernando Aiuti che, clinico eccezionale, ha avuto anche una grande sensibilità mediatica", è il ricordo di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. "E' stato un uomo speciale e, bisogna dirlo, sicuramente un grande scienziato. Il suo merito è stato anche quello di essersi esposto in modo importante per la prevenzione dell'Hiv e contro i pregiudizi che all'inizio circondavano l'Aids", ha detto all'Adnkronos Salute Stefano Vella, direttore del Centro nazionale per la salute globale dell'Istituto superiore di sanità. "Un visionario che è stato maestro di un'intera generazione", l'ha definito Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale malattie infettive (Inmi) Lazzaro Spallanzani di Roma. "Per 30 anni ha dedicato la sua vita alla scienza e ai malati" ha detto Vincenzo Panella, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I di Roma. "Tutti noi gli saremo sempre grati sia come uomo di scienza che per la grande umanità con la quale ha affrontato il 'mostro dell'Aids'". "Scienziato di indiscusso valore, testimoniato da una vasta produzione scientifica, il professor Aiuti - prosegue Panella in una nota - si è impegnato per la ricerca contro l'Aids, studiando l'infezione da Hiv in tutti i suoi aspetti, mettendo a punto nuovi protocolli diagnostici e terapeutici capaci di ridurre i casi di contagio e dando la possibilità a molte persone di poter convivere con il virus e condurre una vita normale".