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Migranti a Porto Empedocle, il sindaco: "Rischiamo epidemia"

Ida Carmina all'Adnkronos dopo lo sbarco di alcuni positivi al Covid 19: "Voglio andare fino in fondo, capire cosa è avvenuto. Perché a una nave Ong è stato concesso di sbarcare qui, fino a poco tempo fa era considerato un porto non sicuro"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa
24 giugno 2020 | 12.36
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"Voglio andare fino in fondo, capire cosa è avvenuto. Perché a una nave Ong è stato concesso di sbarcare a Porto Empedocle, che fino a poco tempo fa era considerato un porto non sicuro. Perché i migranti non sono stati trasbordati sulla nave-quarantena a largo, invece di arrivare sulla banchina. La mia comunità è stata esposta al pericolo di un'epidemia". A parlare con l'Adnkronos è il sindaco di Porto Empedocle (Agrigento) Ida Carmina. Sulla nave quarantena Moby Zazà, in rada nel porto del comune agrigentino, si trovano 28 migranti positivi al Covid 19 arrivati domenica al porto a bordo della Sea Watch. Un altro migrante, anche lui sbarcato dalla nave Ong, è ricoverato al reparto di Malattie infettive dell'ospedale San'Elia di Caltanissetta. 

"Il clima nel mio paese è abbastanza surriscaldato - prosegue - Siamo costantemente esposti a un pericolo" dice la prima cittadina che ricorda il suo impegno per la nave-quarantena. "Per fortuna è stata approntata - dice - A quest'ora avremmo a terra 28 persone positive al Covid per le quali si sarebbe dovuta cercare una sistemazione in strutture non adeguate. Siamo in una situazione straordinaria e anche le misure da adottare lo devono essere". 

"Quello che accaduto è un evento che temevo" sottolinea Carmina che nella prima metà di aprile aveva emesso un'ordinanza sindacale proprio per inibire qualunque sbarco a Porto Empedocle. Domenica sera il sindaco era al porto, proprio per sincerarsi della situazione e avere notizie sulle condizioni di salute dei migranti e dello stesso equipaggio della Sea Watch. I risultati dei tamponi sono arrivati solo nella tarda serata di ieri. "Noi sindaci siamo l'autorità sanitaria eppure siamo gli ultimi ad essere informati di queste cose - aggiunge - La gente si rivolge a noi, veniamo stritolati in questi meccanismi. Sarebbe doveroso che fossimo messi al corrente di quello che accade". 

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