Risarcimento più ingente a costruttore Bolzano: 1 miliardo di lire per 76 giorni in carcere
Un elenco completo non c'è, mancano dati ufficiali, ma sono tante le storie di ingiuste detenzioni negli anni di Tangentopoli, e non solo legate al filone milanese di Mani pulite. Storie che Errorigiudiziari.com racconta, tra le tante raccolte negli oltre 800 casi presenti nell'archivio online. E che aiutano a ricostruire un aspetto dell'inchiesta che 30 anni fa ha segnato la storia politico-giudiziaria italiana. Con una considerazione di partenza, che dà la misura di quanti sono stati effettivamente dichiarati colpevoli e quanti poi assolti, come spiega all'Adnkronos Valentino Maimone, giornalista e fondatore, insieme con Benedetto Lattanzi, dell'Associazione Errorigiudiziari.com. "Ci si dimentica che solo il 54% di tutti gli indagati iniziali è stato condannato, c'è una fetta del 46% che è stata assolta o prosciolta per prescrizione. E ci sono state in tutta Italia persone che sono andate in carcere per sbaglio".
"E' impossibile avere dati certi, gli ultimi disponibili risalgono al 2000, i fascicoli venivano spezzettati in più filoni, le posizioni trasmesse altrove per competenza territoriale - ricorda - I numeri sono poco affidabili e nessuno si è mai occupato dell'ingiusta detenzione legata alla vicenda di Tangentopoli. In mancanza di numeri ufficiali, è impossibile circoscrivere i fatti. Ci abbiamo provato, ma siamo stati costretti a desistere". Ma ci sono storie che consentono di disegnare un quadro più completo: "Oltre ai politici coinvolti nei casi più famosi ci sono stati quelli colpiti da vari filoni in altre regioni d'Italia. Per esempio Clelio Darida, ex sindaco di Roma, già ministro della Giustizia, l'unico guardasigilli a finire in carcere". Il caso citato è quello del politico democristiano, uno dei protagonisti della Prima Repubblica, più volte ministro e sindaco di Roma. Nel 1993 fu accusato di truffa aggravata, 4 mesi di reclusione, in parte in carcere in parte ai domiciliari, risarcito con 100 milioni di lire.
E tanti sono i casi di imprenditori, dall'Alto Adige alla Sicilia. E' un costruttore di Bolzano, Vito Saccani, quello che ha avuto il risarcimento più consistente, un miliardo di lire. Accusato di truffa aggravata, è stato in carcere 76 giorni, due mesi e mezzo, e lo Stato gli versò un miliardo di lire per ingiusta detenzione.
Accusato di associazione per delinquere, corruzione aggravata, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, l’ex deputato della Regione Sicilia Salvatore Lombardo è stato travolto dal ciclone Tangentopoli ma era innocente. Per accertarlo ci sono voluti dieci anni di processi, quattro mesi di Carcere e quasi due ai domiciliari. La Corte d'Appello di Palermo fissò nel 2006 in 210mila euro la cifra del risarcimento. Bortolo Mainardi fu invece coinvolto nella 'Tangentopoli bellunese', un mese e mezzo tra carcere e arresti domiciliari con l'accusa di estorsione e tentata concussione e un risarcimento di 25mila euro
Porta invece a Scafati, in Campania, la vicenda giudiziaria di Leopoldo Palomba, ex assessore comunale, finito senza colpa in una maxi inchiesta con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. In carcere per 9 mesi, poi assolto con formula piena, è stato risarcito per ingiusta detenzione con oltre 21mila euro.
Al filone milanese rimanda la storia di Giuseppe Adamoli, accusato dal pool di Mani Pulite di violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti e concorso in corruzione, poi assolto perché il fatto non sussiste e risarcito per ingiusta detenzione con 10 milioni di lire. A Nuoro Franco Ammendola, allora esponente del Psdi, fu il primo politico a finire in carcere, il 1 dicembre 1992, quando ebbe inizio la cosiddetta “Mani pulite Ogliastra”. Assolto con formula piena, ebbe un risarcimento di 17.450 euro.