E' uno dei due maggiorenni destinatari con sei minorenni delle misure emesse nella notte dalla procura di Taranto a ricostruire meglio la terribile evoluzione della baby gang e le aggressioni subite dal 66enne. Rintracciato grazie alla Fiat Punto grigia notata da altri vicini casa nei pressi dell’abitazione di Antonio Cosimo Stano verso la fine del mese di marzo scorso, "sentito a sommarie informazioni, riferiva di frequentare da circa un mese un gruppo di coetanei, tutti di Manduria, conosciuti alcuni mesi prima. Riferiva le urla di paura - scrive il pm- di dolore e di richiesta di aiuto, precisando che le prime due aggressioni erano state filmate con il suo cellulare di un minorenne e trasmesse on line.
"Appena ho iniziato a frequentare i summenzionati ragazzi - sono le parole del 19enne - un sabato sera di un mese fa circa, mentre eravamo in macchina, uno di loro mi disse di recarmi nei pressi dell’oratorio San Giovanni Bosco dove nell’abitazione di fronte all’entrata principale abitava una persona da lui conosciuta da diverso tempo e che a suo dire ‘era un pazzo’".
"Quello aggiunse ‘andiamo a sfotterlo tutti insieme', sempre a bordo della mia autovettura, giunti presso l'abitazione di questo signore ci siamo fermati con la vettura. Lui è sceso per primo dall’auto e ha iniziato a tirare calci alla porta d’ingresso. Poi anche gli altri tre sono intervenuti in suo aiuto, sferrando a loro volta dei calci contro la porta. (...) Considerata la violenza dei calci sferrati, si udivano delle urla di una persona di sesso maschile provenire dall'interno, che urlava implorando con disperazione ‘state fermi state fermi....’.