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Inchiesta camici, legale Fontana: "Il suo fu intervento virtuoso"

L'avvocato del governatore lombardo all'Adnkronos: "Ha saputo della fornitura solo a cose fatte"

Foto Fotogramma
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25 luglio 2020 | 01.08
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"Il ‘ruolo’ di Fontana non esiste. Lui nel negozio giuridico non ha messo becco perché non ne era a conoscenza, l’ha saputo solo a cose fatte". Parla così, contattato dall’Adnkronos, Jacopo Pensa, difensore del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, indagato nell’inchiesta aperta dalla procura di Milano sulla fornitura da 75mila camici del valore di mezzo milione di euro affidata da Aria, la centrale acquisti della Regione, alla Dama, la società del cognato di Fontana, Andrea Dini. La vicenda vede al momento indagati anche Dini e il direttore generale uscente di Aria, Filippo Bongiovanni, con l’accusa di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente.

L’avvocato spiega che il governatore lombardo, una volta resosi conto del conflitto di interessi venutosi a creare, "si è posto il problema dell’opportunità della cosa e quindi ha fermato il pagamento" da Aria a Dama, con il contratto di vendita trasformato in donazione, dunque "casomai il suo è stato un intervento virtuoso, non malizioso". Per il resto, conclude il legale, "aspettiamo gli eventi per commentare ulteriormente, per il momento è una notizia giornalistica e io non ho sufficiente fantasia per capire l’ipotesi di reato".

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