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Il generale Vannacci contro la gonna di Marco Mengoni: "Mi faccio una risatina..."

"Quando scrivo che Paola Egonu non ha i tratti somatici dell’italianità, non discrimino; esalto una differenza"

Marco Mengoni e Roberto Vannacci
Marco Mengoni e Roberto Vannacci
01 marzo 2024 | 11.23
LETTURA: 2 minuti

Il generale Roberto Vannacci contro la gonna indossata da Marco Mengoni al Festival di Sanremo 2024. Il militare, da mesi al centro delle polemiche per il suo libro 'Il mondo al contrario', è stato appena sospeso ed è oggetto di un'inchiesta della procura militare. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Vannacci tocca una serie di temi. "Quando scrivo che Paola Egonu non ha i tratti somatici dell’italianità, non discrimino; esalto una differenza", dice riferendosi alla stella della pallavolo azzurra che ha querelato il generale. "Se io dicessi che non può entrare al bar, allora sarei discriminatorio. Io dico al contrario che è un valore aggiunto, ha un effetto propulsivo; senza di lei nella pallavolo non vinceremmo", afferma.

Nel libro, il generale si sofferma anche sull'omosessualità. "Il genoma dell’omosessualità non l’hanno mai trovato; e i condizionamenti sociali sono importanti. Trovo inopportuna la massiccia esposizione di modelli omosessuali verso i bambini. Ho cercato in Rete: secondo l’istituto di statistica britannico, i non eterosessuali sono circa il 3,4% della popolazione. Le pare che in televisione la percentuale sia rispettata? Perché su Netflix non approvano una serie se non ci sono scene omosessuali?", dice prima di rispondere a una domanda sul recente festival di Sanremo: "Mi hanno mandato la foto di Mengoni. Quando si vede un uomo con la gonna, e non siamo in Scozia e non è Carnevale, ci si fa una risatina sotto i baffi». Si chiama libertà artistica. «Invece è un’imposizione. Il problema non sono i gusti sessuali; è l’esibizionismo. Non lo scrivo io, ma Kirk e Madsen in After the ball, un libro del 1989: c’è una strategia ben precisa. Si comincia con la desensibilizzazione: si vaccina il mondo inondandolo di immagini di omosessualità, in modo che non sia più percepita come una cosa strana. Poi si nega che la religione contrasti con l’omosessualità, perché la religione è amore...".

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