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"Ho visto morire due figli e un fratello", il racconto di una rifugiata a Lampedusa

07 settembre 2015 | 08.09
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C'è anche una donna nigeriana che ha perso due figli piccoli e un fratello tra i migranti superstiti sbarcati ieri sera al molo Favaloro di Lampedusa. La donna fa parte del gruppo di rifugiati che si trovavano a bordo del gommone che ieri mattina, nel Canale di Sicilia, si è sgonfiato fra le onde del mare forza 4. Sono venti le persone cadute in acqua. I 107 migranti sono stati soccorsi dalla nave della Marina Militare Dattilo che li ha trasbordati su due mezzi della Capitaneria di porto, la CP302 e la CP320 della Guardia Costiera di Lampedusa.

A raccogliere il drammatico racconto della donna che ha perso due figli e un fratello sono stati gli operatori del progetto 'Mediterranean Hope' della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, finanziato con i fondi dell'8 per mille delle chiese valdesi e metodiste. Un altro giovane, originario del Gambia, ha raccontato agli operatori di aver perso due amici fra le onde.

Intanto due motovedette della Guardia costiera di Lampedusa sono tornate nel Canale di Sicilia, nel luogo in cui, secondo quanto raccontato dai superstiti, venti migranti sarebbero caduti in acqua dopo che il gommone su cui si trovavano si è sgonfiato. I 107 sopravvissuti, arrivati ieri sera al molo Favaloro di Lampedusa, hanno spiegato che tra le vittime ci sarebbero anche due bambini.

A Catania cinque egiziani sono stati fermati da Polizia e Guardia di finanza perché indiziati di delitto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in relazione allo sbarco, avvenuto nel porto catanese il 5 settembre, di 344 migranti tratti in salvo dalla nave della Marina Militare brasiliana 'Barroso' e da due unita' della Capitaneria di porto. I cinque scafisti sono stati individuati quali componenti dell'equipaggio di un peschereccio con a bordo mediorientali e sub-sahariani, e condotto nel carcere Piazza Lanza.

E ancora salgono a 118 le salme le salme recuperate dalle navi della Marina Militare all’esterno del peschereccio che si è inabissato lo scorso 18 aprile al largo della costa libica. Le navi Termoli e Tremiti nel porto di Agusta sbarcheranno oggi 60 salme. Le unità della Marina Militare, spiega una nota della forza armata, terminato lo sbarco delle salme, riprenderanno il mare per continuare le operazioni di recupero.

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