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Bimba trovata morta in piscina a Benevento: "Violentata e buttata in acqua ancora viva"

La piscina del centro turistico di San Salvatore Telesino (Benevento)  dove è stato ritrovato il corpo della piccola Maria (Fotogramma)
La piscina del centro turistico di San Salvatore Telesino (Benevento) dove è stato ritrovato il corpo della piccola Maria (Fotogramma)
21 giugno 2016 | 13.13
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E' stata violentata e buttata in acqua ancora viva la bambina trovata morta a San Salvatore Telesino (Benevento). Questo l'esito dell'autopsia eseguita nel pomeriggio nell'ospedale Rummo di Benevento sul corpo di Maria Ungureanu, la bambina di 10 anni il cui corpo è stato trovato senza vita domenica sera nella piscina di un centro ricevimenti. La bambina non sapeva nuotare ed è morta per asfissia da annegamento.

Proprio l'esame autoptico ha svelato che la bambina è stata violentata: ancora da definire a quando risale la violenza sessuale, mentre è certo che la piccola era ancora viva quando è finita nell'acqua della piscina del centro ricevimenti in quel momento chiuso; i medici legali Monica Fonzo e Claudio Buccelli hanno infatti rilevato la presenza di liquido nei polmoni.

Un 21enne è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio e violenza sessuale. L'iscrizione da parte della Procura di Benevento è un atto dovuto per permettere la nomina di un perito di fiducia per l'autopsia sul corpo della bambina.

Il 21enne, operaio di nazionalità rumena come i genitori della piccola Maria, è stato ascoltato a lungo ieri sera dagli investigatori che non hanno eseguito alcun provvedimento nei suoi confronti fino all'iscrizione nel registro degli indagati, oggi pomeriggio. L'auto, una Volkswagen blu che sarebbe stata vista nei pressi della chiesa del paese, e l'abitazione del giovane, sono stati invece posti sotto sequestro.

L'uomo non ha mai negato di aver incontrato Maria, ma di fronte ai sospetti è stato fermo: "Non sono stato io ad ucciderla". Daniel, questo il nome, ha fornito agli investigatori la sua versione di quanto accaduto nel piccolo centro del Beneventano domenica pomeriggio.

Ascoltato in qualità di persona informata dei fatti fino a tarda notte, assistito dall'avvocato Giuseppe Maturo, il 21enne ha spiegato di conoscere da tempo i genitori della bimba e di non aver mai incontrato in precedenza la bambina da sola ma solo in compagnia dei genitori. Proprio domenica però la bambina, trovandosi nei pressi della sua abitazione per caso, lo avrebbe chiamato chiedendo aiuto perché infastidita da un'amichetta.

Il ragazzo si stava preparando per raggiungere in auto la sorella a Telese Terme; la bambina sarebbe quindi salita a bordo del'auto, ma per entrambi è risultato impossibile raggiungere il comune vicino in quanto la strada era chiusa per una gara podistica.

Costretto a un giro largo e pensando che la sua assenza avrebbe causato la preoccupazione dei genitori, il 21enne avrebbe quindi riaccompagnato la bambina nei pressi della chiesa di San Salvatore Telesino, dove si sarebbero salutati.

"Credo che le responsabilità della morte della piccola Maria vadano cercate altrove". Così all'Adnkronos Giuseppe Maturo, difensore di Daniel.

"Con le ipotesi accusatorie contestategli - spiega l'avvocato Maturo - ritengo che non ci siano troppi elementi a suo sfavore, altrimenti sarebbe stato già portato in carcere. Difficilmente, con una contestazione di omicidio volontario e violenza sessuale aggravata, si può rimanere a piede libero. Non si strumentalizzi la situazione. Siamo tutti impegnati per cercare la verità su quanto è accaduto".

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