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G8, caso ex no global Vecchi: Decisione Corte Appello Lione il 24 marzo

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24 febbraio 2023 | 18.16
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La decisione della Corte di Appello di Lione sull'estradizione di Vincenzo Vecchi, l'ex no global italiano ricercato per i fatti del G8 di Genova del 2001 e che era stato arrestato in Francia nell'agosto del 2019 dopo una latitanza di 8 anni, sarà annunciata il 24 marzo prossimo. E' quanto spiega all'Adnkronos il legale di Vecchi Maxime Tessier al termine dell'udienza di oggi.

Lo scorso 29 novembre la Corte di Cassazione francese aveva deciso di annullare la decisione sull'estradizione in Italia di Vecchi e di rinviare il caso nuovamente dinnanzi a una Corte di Appello, questa volta a Lione dopo Rennes e Angers.

Nel corso dell'udienza, riferisce Tessier che insieme a Catherine Glon difende l'ex no global, "abbiamo ribadito come è successo a Rennes e ad Angers la nostra contrarietà all'estradizione di Vecchi in Italia. L'avvocato generale dal canto suo ha chiesto alla Corte l'estradizione. Durante l'udienza abbiamo dichiarato la nostra ferma opposizione a questa richiesta perché riteniamo nulla questa procedura per quanto riguarda la doppia incriminazione di devastazione e saccheggio. Abbiamo anche indicato il rischio di una detenzione disumana in Italia e degradante, la disproporzione della pena e il rischio per la sua vita privata e famigliare nel caso in cui verrà estradato". All'udienza, Vincenzo Vecchi, 49 anni, era presente e ha ribadito la sua contrarietà all'estradizione. "E' coraggioso e ha mostrato una dignità incredibile. E' in attesa di conoscere la decisione della Corte di Appello di Lione", spiega ancora Tessier.

Vecchi era stato condannato, con sentenza resa definitiva dalla Corte di Cassazione italiana il 13 luglio 2012, alla pena di 11 anni e 6 mesi per le violenze verificatesi durante il G8 di Genova. Aveva inoltre riportato una condanna a 4 anni di reclusione per alcuni scontri che hanno avuto luogo in occasione di una manifestazione antifascista a Milano nel marzo del 2006. Per quanto riguarda la condanna per i fatti di Milano è stato ritenuto in Francia che la pena era stata già scontata e quindi è decaduto uno dei due mandati europei. Vecchi, originario di Bergamo, vive attualmente a Rochefort-en-Terre, in Bretagna, da quando è stato scarcerato, ossia dal 15 novembre 2019. Prima del suo arresto lavorava da molti anni come imbianchino mentre adesso ha ritrovato un lavoro nella costruzione di alloggi ecologici a Questembert, sempre in Bretagna.

Il caso dell'ex no global Vecchi era già finito in Francia alla Cassazione. Dopo la decisione del novembre del 2019 della Corte di Appello di Rennes che aveva deciso la scarcerazione di Vecchi il Procuratore di Rennes era ricorso in Cassazione. Il 18 dicembre 2019 la Corte francese aveva annullato la sentenza del tribunale di Rennes che aveva ritenuto che la procedura nei confronti di Vecchi fosse nulla in quanto il Procuratore francese non aveva trasmesso alle autorità italiane il nome dell'avvocato italiano di Vecchi e questo, aveva stabilito la Corte, aveva portato un pregiudizio ai diritti della difesa. La Corte di Appello di Angers, invece, si è espressa nel merito della questione, cioè sulla regolarità del mandato di arresto europeo.

Il Comitato di sostegno a Vincenzo Vecchi che oggi ha organizzato un presidio davanti alla Corte di Appello di Lione si aspetta un verdetto "giusto ed equo per Vincenzo, la cui esistenza è sospesa ormai da 22 anni".

Il Comitato che "teme ricorsi in caso di giudizio favorevole per Vincenzo Vecchi" intende continuare la battaglia: anche in caso di giudizio sfavorevole "continueremo comunque a difendere Vincenzo e attraverso di lui questa causa che riguarda tutti i cittadini d'Europa i cui diritti fondamentali sono in grave pericolo. In nome della cooperazione europea, non possiamo accettare che la giustizia francese con basi democratiche avalli una legge autenticamente fascista", sottolinea in una nota lo stesso Comitato.

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