Vanno avanti le indagini sul caso, con il sequestro dei filmati sul posto e la procura di Verbania che parla di "cavo tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza che pacificamente non ha funzionato"
La tragedia della Funivia del Mottarone, con il cavo che si rompe a pochi metri dall'arrivo, l'incidente mortale con la caduta della cabina nei boschi e le tante, troppe, vittime. Vanno avanti le indagini sul caso, con il sequestro dei filmati sul posto e la procura di Verbania che parla di "cavo tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza che pacificamente non ha funzionato perché la cabina si sarebbe bloccata".
"Il cavo era tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza pacificamente non ha funzionato perché la cabina si sarebbe bloccata. Perché questo si sarebbe verificato è oggetto dell’accertamento che sarà svolto" afferma Olimpia Bossi procuratore capo di Verbania che si occupa della tragedia di domenica sul Mottarone. Si indaga per "omicidio colposo plurimo" per le 14 vittime e "lesioni colpose per il bimbo ferito", ma il procuratore capo Olimpia Bossi è pronta anche a procedere per "disastro colposo, una fattispecie specifica prevista come attentato colposo alla sicurezza dei trasporti".
La procura di Verbania pensa di affidarsi al Politecnico di Torino, in particolare ad esperti di impianti a fune, per eseguire gli accertamenti irripetibili che saranno necessari per chiarire le cause della tragedia del Mottarone. Sotto sequestro l'area interessata dalla caduta della cabinovia, il cui recupero, fa notare il procuratore capo, "è un'operazione molto complicata", dato che la cabina si trova in una zona impervia è lontana da una strada percorribile con mezzi di soccorso. Sarà personalmente il procuratore capo, insieme al sostituto Laura Carrara (di turno domenica), a occuparsi dell'inchiesta - per ora senza indagati - aperta per omicidio plurimo colposo e lesioni colpose.
Non solo la documentazione cartacea che accerta tutti i controlli di manutenzione e ristrutturazione relativi all’impianto della funivia Stresa-Mottarone, nell’inchiesta della procura di Verbania che indaga per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose sono finiti anche tutti i video delle telecamere del sistema di sorveglianza della struttura finita sotto sequestro, anche relativi ai giorni precedenti alla caduta della cabinovia.
Nelle immagini a bassa definizione si vede anche l’ultima corsa verso l’alto interrotta a pochi metri dalla vetta quando si è spezzato il cavo trainante e la cabinovia ha ‘scarrellato’ verso il basso a velocità crescente dato che il sistema frenante di sicurezza non è entrato in funzione impedendo alla cabina di restare ancorata ai due cavi portanti.
Il malfunzionamento dei freni ha fatto urtare la cabina contro un pilone quindi la cabinovia è precipitata al suolo da circa 20 metri prima di finire la sua corsa diverse decine di metri più a valle contro alcuni tronchi di abete. Ben 9 corpi sono stati sbalzati fuori dall’urto con il sottosuolo, mentre altre cinque persone sono rimaste intrappolate tra le lamiere. Oltre ai video di domenica, la procura ha deciso di sequestrare anche i filmati dei giorni prima per capire se si sia verificata qualche anomalia che possa spiegare l’incidente.
Biran Amit, nato in Israele il 2 febbraio 1991 e residente a Pavia; Peleg Tal, nata in Israele il 13 agosto 1994 e residente a Pavia; Biran Tom, nato a Pavia il 16 marzo 2019 e residente a Pavia; Shahaisavandi Mohammadreza, nato in Iran il 25 agosto 1998, residente a Diamante (Cosenza), Cosentino Serena, nata a Belvedere Marittimo (Cosenza) il 4 maggio del 1994 e residente a Diamante; Malnati Silvia, nata a Varese il 7 luglio del 1994, residente a Varese; Merlo Alessandro, nato a Varese il 13 aprile del 1992, residente a Varese; Cohen Konisky Barbara, nata in Israele l’ 11 febbraio del 1950; Gasparro Angelo Vito, nato a Bari il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza); Pistolato Roberta, nata a Bari il 23 maggio del 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza); Zorloni Vittorio nato a Seregno, Milano, l’8 settembre del 1966, residente a Vedano Olona (Varese).
A questi si aggiungono Itshak Cohen, residente in Israele, Elisabetta Persanini di Vedano Olona e il piccolo Mattia Zorloni, anche lui di Vedano Olona, rimasto gravemente ferito nell’incidente e deceduto nel tardo pomeriggio in ospedale a Torino.