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Filma ragazzo in agonia, la rabbia su Fb: "Impiccati"

Andrea Speziali nella foto profilo di Facebook
Andrea Speziali nella foto profilo di Facebook
23 ottobre 2017 | 16.26
LETTURA: 6 minuti

Si definisce "poliedrico riccionese noto sul territorio internazionale come studioso di Arte Liberty e artista alla 54° Biennale di Venezia". Ma per tutti, oggi, è solo il 29enne che ha filmato l'agonia di un giovanissimo centauro per trasmetterla live su Facebook. Andrea Speziali, candidato consigliere comunale a Riccione, è diventato così l'oggetto della rabbia di decine di utenti che ne hanno invaso le (tante) pagine social a suo nome per insultarlo. "Vergognati" il consiglio ricorrente nei commenti, il più usato dai tanti che non riescono a comprendere come sia stato possibile che un ragazzo abbia ripreso gli ultimi istanti di vita di quello che era poco meno di un coetaneo per offrirli alla platea dei social network. Così, senza filtri, senza pensarci e con una frase - "Chi mi segue chiami i soccorsi" - che a molti è suonata come un'omissione grave. Una rabbia che non si placa nemmeno con le scuse di Speziali, che intervistato dal Resto del Carlino assicura: "Mi hanno detto che avevano già chiesto aiuto, che i soccorsi stavano arrivando, io non potevo fare nulla per lui".

"Non so perché l'ho fatto - continua nell'intervista -, ero in preda al panico, mi sono sentito solo. Volevo soltanto condividere il mio dolore. Non c'era nessuno che mi desse conforto, che mi abbracciasse", dice, per poi dare la colpa anche alla "società che non ha più valori". Una frase che in molti non riescono proprio a digerire: "Ci vuole un gran coraggio, schifoso, ma sempre un gran coraggio.. non so neanche come sia possibile - commenta ad esempio Eleonora - che una persona abbia tanta insensibilità da riuscire a filmare una persona che sta morendo in diretta.. ho letto quello che pensi, spero tu ti sia davvero reso conto, io non sono nessuno per rimproverarti ma in una situazione così stare in silenzio è difficile".

Rabbia e minacce riversati nello spazio dei commenti, in alcuni casi cancellati ma subito rimpiazzati da altri, con toni che si fanno via via più duri: "Tranquillo .....quello per cui hai gioito - dice Roberto - ti sarà restituito.....personalmente spero che un tir ti stritoli", "Ma non ti fai schifo? Una diretta FB.... che ribrezzo", continua Neal, insieme a Jordi "Figlio di puttana bastardo filmerò io il giorno in cui verrai ammazzato. Verme" - e Renato, che gli augura "tutto il peggio e che qualcuno filmi te grandissima testa di cazzo agonizzante sull'asfalto".

Ma non basta. Tra gli insulti, gli inviti a vergognarsi e a prendere coscienza del gesto messo in atto - "Sei da vomito", "Sei una merda, forse meno di una merda. Fai schifo!", "Spero che ti indaghino per omissione di soccorso, sei solo un verme! ma che gusto c'è a filmare l'agonia di un tuo simile!, "Se succedesse a te? Se l'ultima immagine prima di morire fosse quella di un coglione che ti filma col cellulare?", "E' brutto dirlo ma agli sciacalli l'unico insegnamento viene quando si ritrovano dall'altra parte. Spera di non trovarti mai sull'asfalto mentre altri cretini ti filmano" - spunta più di un utente che invita neanche troppo velatamente Speziali a suicidarsi, come Daniela ad esempio: "Legati una corda al collo e buttati dal ponte di Riccione e fatti filmare...l'unica cosa che ti conviene fare - afferma su un post pubblico - visto che sei già finito!". E chissà se anche la gogna pubblica del 'colpevole' non faccia parte di quell'oscuro meccanismo che esclude temporaneamente il buon senso, permettendo a chiunque di minacciare di morte - o di riprenderla mentre accade - senza preoccuparsi delle conseguenze.

PROCURA - La Procura di Rimini ha aperto un'inchiesta contro ignoti, dopo che la morte di un ragazzo di 24 anni a terra dopo un incidente in scooter è stata ripresa in diretta Facebook. La Procura, al momento, ipotizza il reato di pubblicazione e spettacoli osceni. Al vaglio degli inquirenti, le foto ed i video ripresi sul luogo dell'incidente che fanno parte del fascicolo d'indagine. Gli inquirenti, in queste ore, accerteranno se, in base all'articolo 528 del codice penale (la legge sulla stampa e le norme sulla diffamazione), l'aver pubblicato su Facebook le foto di un ragazzo agonizzante dopo un incidente stradale, possa costituire un reato. Per l'ipotesi di omissione di soccorso, invece, gli investigatori confronteranno gli orari della pubblicazione sul social network con quelli della chiamata di emergenza al 118.

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