Gianluca Molinaro dopo il delitto si era costituito presso una caserma dei carabinieri consegnando il fucile a canne mozze. I pm gli contestano l’omicidio aggravato dalla premeditazione, lo stalking e la detenzione abusiva di arma
La procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per Gianluca Molinaro, l’uomo accusato di aver aperto il fuoco contro la sua ex compagna e madre di suo figlio Manuela Petrangeli lo scorso 4 luglio. I pm, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano all'uomo l’omicidio aggravato dalla premeditazione, lo stalking, la detenzione abusiva di armi e in relazione a quest’ultima accusa, anche quella di ricettazione.
L’uomo, dopo il delitto compiuto in via degli Orseolo, poco distante dalla clinica dove lavorava la sua ex, si era costituito presso una caserma dei carabinieri consegnando il fucile a canne mozze con cui aveva compiuto il femminicidio. Gli inquirenti avevano acquisito nell’indagine anche gli sms scambiati con un amico prima del delitto nei quali si legge “oggi forse prendo due piccioni con una fava” e in un altro, dopo l’omicidio della fisioterapista 51enne, dice “gli ho sparato du botti”. Messaggi che l’amico di Molinaro aveva detto di aver visto quando ormai era troppo tardi. Nell’ordinanza con cui a luglio era stato convalidato il fermo il gip aveva sottolineato come “gli elementi sono assolutamente convergenti” evidenziando la “pervicace gelosia” dell’uomo “nonostante la relazione si fosse conclusa da circa tre anni”.