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Emergenza sbarchi, Pinotti: “Frontex deve assorbire la missione Mare Nostrum”

Il ministro della Difesa: “Renzi presenterà un piano al Consiglio Ue sull’immigrazione del 25 e 26 giugno, non è giusto l’Italia tenga tutta sulle proprie spalle”. Sul caso marò: “Intesa con l’India o arbitrato internazionale”. “Mio fratello è morto, a casa devono sapere che io ce l’ho fatta”. Il racconto dei profughi a Palermo

Il ministro della Difesa Pinotti (Infophoto) - INFOPHOTO
Il ministro della Difesa Pinotti (Infophoto) - INFOPHOTO
17 giugno 2014 | 10.50
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“Il 25 e 26 giugno, ci sarà il Consiglio Ue sull’immigrazione: lì il premier Renzi presenterà il piano per trasformare Frontex che deve assorbire di fatto i compiti che oggi svolge la missione ‘Mare Nostrum’, in una situazione emergenziale che non è giusto l’Italia tenga tutta sulle proprie spalle”. E’ quanto afferma il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intervistata da Radio 24.

“La missione ‘Mare Nostrum’ non può essere considerata un fallimento - avverte però Pinotti - a meno che non si voglia accettare il fatto che migliaia di persone muoiano davanti alle nostre coste. Io non l’accetto e il governo italiano ha deciso di non accettarlo: davanti a questa situazione, bisogna decidere anzitutto che le persone, i bambini, le mamme, non le fai morire in mare”.

Ma l’operazione di salvataggio in mare non rischia di diventare una sorta di ‘taxi’ nell’interesse dei trafficanti di uomini? “Davanti a tragedie di questo tipo, con un gommone che recentemente si è rovesciato provocando altre vittime, francamente non parlerei di ‘taxi’ - risponde il ministro della Difesa - Ribadisco che l’Europa deve assorbire la missione italiana di ‘Mare Nostrum’. Ma non mi pare il caso di lucrare politicamente lì dove c’è il rischio che muoiano esseri umani”.

Caso marò - Pinotti torna anche a parlare del caso marò: “Dobbiamo trovare un’intesa con l’India. Se ci sarà, bene; altrimenti andremo all’arbitrato internazionale”. Trattativa con l’India finora prudente, per non compromettere le commesse con Finmeccanica? “Io non ci voglio credere”, risponde Pinotti.

Nel merito della questione giuridica, il ministro della Difesa ribadisce che “l’immunità funzionale è il punto sul quale il governo italiano ha puntato la sua nuova strategia. L’Italia non accetta che ci sia una giurisdizione indiana e porrà la questione a livello internazionale. Ma, visto che la procedura dell’arbitrato è lunga, io spero sempre che i due nuovi governi che ora si sono insediati a Roma e a New Delhi trovino l’intesa”.

Quanto alla ‘restituzione’ dei nostri marò tornati in Italia, decisa dall’allora governo Monti, Pinotti preferisce non rispondere “perché - spiega - sono responsabilità di un governo precedente e sarebbe scorretto commentare da parte del governo successivo”. Non vuol dire, dunque, se Monti ha ‘tradito’ i marò? “No, non lo voglio dire”, replica seccamente.

F-35 - Parlando degli F-35, Pinotti sottolinea: “Non si può giocare” sul numero come se si tirassero i dadi la mattina al bar. Lo potremo decidere dopo aver stabilito quali siano i rischi per il nostro Paese, dove pensiamo di poter intervenire all’interno delle alleanze e in quanti teatri l’Italia vuole essere responsabilizzata: sulla base di ciò si farà un Libro Bianco”, chiarisce il ministro della Difesa.

“Gli F-35 non sono un tema che interessa la Nato o riguarda le alleanze internazionali; sono stati una scelta dell’Italia che risale addirittura al 1998 quando era ministro della Difesa Nino Andreatta e sono il sistema d’arma che il nostro Paese ha deciso per avere aerei d’attacco - ricorda Pinotti - Gli F-35 non sono ‘vecchi’ ma anzi sono gli aerei del futuro, su cui però devono esprimersi i tecnici; noi dobbiamo dire cosa ci serve per difenderci e per intervenire dove possano esserci rischi”.

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